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I viaggiatori: “Non siamo carne da macello”

 I guai per i pendolari non sono certo finiti: ieri, per il secondo giorno consecutivo dopo l’inaugurazione dell’Alta velocità, hanno dovuto affrontare disservizi e problemi. Il nuovo orario ha mandato completamente in tilt il trasporto ferroviario, i viaggiatori lodigiani e piacentini non hanno nemmeno visto l’ombra del convoglio promesso da Trenitalia dopo mille pressioni. E ora si sentono di ribadire che non sono "carne da macello".In regione, il Partito democratico ha tenuto d’occhio i ritardi sulle diverse tratte, un quadro giudicato preoccupante. «Con l’introduzione del nuovo orario – afferma il consigliere Gianfranco Concordati – si è aggravata la situazione dei pendolari che quotidianamente si spostano verso Milano e sta diventando pressoché insostenibile. Come Pd avevamo ribadito che l’accordo siglato dall’assessore Raffaele Cattaneo non avrebbe funzionato e così è stato. Le ragioni sono molteplici: assenza di materiale rotabile per la mancanza di investimenti già programmati da anni, la volontà di attestare tutte le destinazioni e le partenze della Tav su una stazione (quella di Milano Centrale) che è già satura e non è predisposta per un carico maggiore, scarsa attenzione al traffico pendolare nel suo complesso».Per Concordati i disagi erano prevedibili e annunciare il blocco di Frecciarossa (il treno dell’Alta velocità, ndr) come ha fatto il Pirellone non ha nessun senso. «Bisogna cospargersi il capo di cenere – aggiunge il consigliere -, prendere atto dell’inefficacia dell’azione dell’assessore e venire in consiglio regionale a relazionare su quanto accaduto e che tipo di iniziative si intendono assumere. Ora più che mai da parte nostra ci sentiamo di avanzare, tra le altre, di nuovo la proposta di un abbonamento gratuito, come hanno fatto altre regioni, per ricostruire un rapporto con i cittadini lombardi di fronte ad una situazione che rischia di diventare ingovernabile». Nella giornata di ieri la bagarre fra Trenitalia e le istituzioni non si è placata. È intervenuto anche il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, il quale ha chiesto al governo di sospendere i 480 milioni deliberati nella Finanziaria per i contratti di servizio, nel caso in cui l’azienda non garantisca immediatamente la qualità dei servizi. Diversa la posizione del Codancons, l’associazione a difesa dei consumatori ha consigliato alla regione di bloccare i pagamenti a Trenitalia fino a quando la situazione non cambierà.  Allo stesso tempo, però, il Codacons chiede al Pirellone di rivedere il sistema dei bonus: oggi i pendolari ne sono sprovvisti ma i tempi di percorrenza e i ritardi hanno subito un’impennata.I viaggiatori lodigiani hanno fatto sentire la loro voce come potevano, scrivendo lettere infuocate sia alla regione che a Trenitalia.I pendolari di San Zenone, al limite della sopportazione, hanno supplicato il Pirellone di intervenire: «Noi desideriamo che la regione ci sostenga, non dobbiamo essere lasciati soli. Non vogliamo essere lasciati soli, noi vogliamo servizi, puntualità, pulizia. Siamo stanchi e non ci stiamo ad essere offerti sempre come carne da macello. Vedere un tabellone in stazione sembra un "bollettino di guerra". Non si può tutte le mattine fare tardi sul posto di lavoro, non si può tornare tardi la sera dai nostri cari. Noi non dobbiamo pagare questa scelta, ma neppure i nostri bambini si devono sentire soli perché tutte le sere stanno a casa ad aspettarci. Non ce lo possiamo permettere e una società che si rispetti non deve permettere che accadano queste cose. Vi chiediamo cortesemente d’intervenire».

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