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Identificate le partite di carne suina arrivate in Italia – La meta’ e’ stata sequestrata

 ROMA Sono 89 le partite di carne suina importate dall’Irlanda a partire dal primo settembre scorso,quando è scattato l’allarme diossina. In tutto 1.440 tonnellate di prodotto a rischio già arrivato in Italia. «La metà di questi lotti è già state rintracciata e sequestrata» ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che ha delineato anche una mappa degli interventi dei Carabinieri dei Nuclei antisofisticazioni (Nas): 23 in Lombardia, 8 in Emilia Romagna, 6 in Veneto, 2 in Toscana, uno in Calabria, Puglia, Basilicata, Lazio e Provincia autonoma di Trento. «La carne indicata nell’allerta Ue è stata rinvenuta presso i grossisti – ha assicurato Martini – dunque prima della rivendita al dettaglio». I Nas, comunque, oltre agli stabilimenti industriali hanno continuato a setacciare scaffali e frigoriferi di oltre 200 supermercati dove non hanno individuato carne suina sospetta. «Nel frattempo – ha aggiunto il sottosegretario alla Salute – stiamo intensificando i controlli alle frontiere sulle carni bovine irlandesi». Perché il timore che l’emergenza potesse allargarsi anche ad altre razze è diventata realtà ieri con l’annuncio della Commissione europea che il mangime contaminato da olio industriale è stato somministrato anche in 38 allevamenti bovini irlandesi. La vigilanza, dunque, resta alta. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, tuttavia, assicura che la «situazione è sotto controllo e, dunque, non bisogna creare allarmismi ingiustificati ».  Mentre il sottosegretario Martini rilancia i prodotti natalizi, come cotechini e zamponi, che il Codacons vorrebbe boicottare, perché «provengono da carni lavorate prima del periodo a rischio». Martini, infine, lancia una proposta: «In attesa che la Ue possa accogliere la nostra proposta di etichettatura delle carni suine rivolgo un appello ai produttori: autoregolamentatevi sin da ora scrivendo sui prodotti che si tratta di carne italiana ». L’invito è raccolto da Assica, l’associazione che riunisce le imprese di trasformazione delle carni suine. «Grazie al collaudato sistema di tracciabilità e a controlli veterinari tra i migliori d’Europa – assicura l’associazione – le partite a rischio sono state rapidamente individuate e bloccate». In ogni caso, secondo Assica, i consumatori possono già «consumare una carne italiana sicura e garantita come il Gran Suino Padano Dop che identifica la carne proveniente da suini nati, allevati e macellati in Italia secondo un rigido disciplinare, controllato da un organismo indipendente che esegue ogni anno oltre 4mila verifiche, tra cui quasi 800 controlli sui mangimi, con oltre 175 analisi di laboratorio». Dal canto suo il presidente di Assomacellai– Confesercenti, Gian Paolo Angelotti, ricorda che le carni suine fresche, quelle cioè che si ritrovano sui banchi delle circa 35mila macellerie italiane, «sono per oltre il 90% di provenienza nazionale». Anche la Cia, Confederazione nazionale agricoltori, dice «no ad allarmismi ingiustificati che possono provocare dannose psicosi» e rilancia come «sicuri » carne bovina, prosciutti, salumi, zamponi e cotechini venduti in Italia. Dal canto suo Coldiretti al momento non registra un calo delle vendite di carni bovine e suine mentre Confagricoltura ribadisce «che non ci sono rischi per i mangimi alla diossina nella filiera zootecnica. «L’Italia – dice il presidente, Federico Vecchioni – ha un sistema di controlli delle carni che garantisce i consumatori in maniera seria ed efficace». E i veterinari chiamati in causa assicurano: «Da quello che ci risulta il problema diossina non esiste ». Secondo Aldo Grasselli, segretario Sivemp, «non c’è alcuna probabilità che a Natale si trovino in tavola un prodotto contenente diossina».

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