Site icon Codacons Lombardia

Il carrello della spesa diventa sempre più caro

Il carrello della spesa diventa sempre più caro e i prezzi alle stelle di pane e pasta fanno profilare una vera emergenza. A luglio arriva una nuova stangata sui beni di prima necessità, che si va aggiungere ai rincari che hanno colpito i portafogli degli italiani da inizio anno. Dalle prime rilevazioni dell`Istat, sono emersi rialzi del 25% per la pasta, del 13% per il pane, dell`11,1% per il latte e del 4,3% per le carni. Una serie di rialzi che non lasciano indifferente l`Antitrust: dopo aver chiuso a giugno l`istruttoria sul pane e avviato quella sulla pasta, l`autorità “sta esaminando le condotte di prezzo in altri comparti del settore agroalimentare, in particolare il latte“, come dichiarato dal presidente, Antonio Catricalà. “Il latte è un grosso problema“, dice Catricalà: è un settore che “stiamo monitorando“, anche se è ancora presto per parlare di istruttoria. Nonostante Coldiretti sottolinei la “stagnazione per i consumi a tavola“, l`allarme prezzi non riguarda solo gli alimentari, ma anche l`energia – dai carburanti alle bollette di luce e gas – e i tabacchi, mentre, nel momento clou dell`estate, l`Istat conferma anche il caro-spiaggia con ombrelloni sdraio e lettini in rialzo dell`8%, il doppio dell`inflazione, e i pacchetti vacanza in crescita del 5%. Non va meglio per chi sceglie di rimanere a casa e consolarsi con la televisione, perché gli abbonamenti alle pay-tv sono aumentati del 5,1%. In vista dell`esodo estivo, vola il gasolio (+31,4%), ma sale anche la benzina (+13,1%), mentre i trasporti aerei salgono dell`11,7% e quelli marittimi dell`8%. Aumenti che rischiano di mettere in ginocchio le famiglie italiane, per le quali si profila “un`ulteriore stangata da 1.700 euro“ per il Codacons e da 1.800 euro per Adusbef e Federconsumatori. Secondo i consumatori, il Governo “non può stare con le mani in mano“ e deve “salvare migliaia di famiglie dal rischio bancarotta“. Per l`Adoc “una famiglia su quattro versa in grave crisi economica“, visto che la crescita dei salari non è assolutamente in grado di compensare quella dell`inflazione. L`Istat infatti ha rilasciato i dati anche sulle retribuzioni nelle grandi imprese, che mostrano una crescita annua del 3,3% a maggio, molto lontana quindi dall`attuale +4,1% dell`inflazione. L`occupazione nei gruppi di grandi dimensioni, invece, è ancora ferma, confermando l`immobilità già vista ad aprile. La congiuntura scatena anche la polemica politica. Il Pd accusa infatti Berlusconi di aver sottovalutato scientemente il peso dell`inflazione sui redditi degli italiani e di infierire sui ceti deboli; il governo – rincara Massimo D`Alema – è inadeguato a fronteggiare la gravità della situazione. La maggioranza dal canto suo replica che molti interventi sono stati già fatti (dall`Ici alla detassazione degli straordinari). Rincara la dose il segretario del Pd, Walter Veltroni: “Il governo mette le mani nelle tasche degli italiani con quell`imposta, l`inflazione, che colpisce poveri, lavoratori e famiglie. C`è un`impennata – sostiene il leader del Pd – dei costi di produzione che si riverbera sulle aziende e sui consumatori e purtroppo ci dobbiamo aspettare una nuova fiammata dell`inflazione“.

Exit mobile version