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Il Codacons all`attacco: “Uccisione ingiustificata“

Nessuna uccisione di animale è tale senza le polemiche delle associazioni di animalisti. In questo caso però la critica più violenta infatti arriva da un`associazione di consumatori, il Codacons, che arriva a chiedere l`intervento della procura di Bolzano. “Se il cervo fosse stato ucciso mentre correva per le strade nessuno avrebbe contestato l`episodio, si sarebbe trattato di una inevitabile necessità a tutela della sicurezza e della salute pubblica – afferma l`associazione -. Il cervo invece è stato ucciso mentre era ormai prigioniero e non poteva più nuocere ai passanti, visto che la gente era stata evacuata. Il Codacons ricorda che la legge n. 189 del 20 luglio 2004 stabilisce che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi. Il Codacons chiede, quindi, alla Procura di Bolzano di accertare se nella vicenda esistano profili penalmente rilevanti“. Critico sul metodo utilizzato anche il presidente della Provincia Luis Durnwalder, che è anche un esperto cacciatore: “Le sirene – ha detto – potrebbero avere avuto l`effetto di spaventare ulteriormente l`animale, che era già ferito e disorientato “. Durnwalder ha detto che quello delle bestie vaganti è un problema in crescita, frequente nei paesini, e dovuti all`inquinamento acustico degli habitat. Quando si è sparsa la notizia in città sono arrivate decine di telefonate da tutta Italia per protestare contro l`abbattimento dell`animale. Il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, intervenuto sul posto, subito dopo l`abbattimento del cervo ha ricordato quanto sarebbe stato rischioso tentare di “addormentare“ l`animale. “Il sedativo sparato contro l`animale ha bisogno di tempo per fare effetto – ha spiegato – Sul momento infatti l`animale sente dolore e reagisce in maniera imprevedibile. Se questo accade in un bosco poco male. In una situazione come questa invece la sua reazione sarebbe stata imprevedibile e difficile da contenere. Anche per questo è stato deciso l`abbattimento “. Il sindaco è arrivato al parcheggio Mayr Nusser quando la decisione era comunque già stata presa. La responsabilità della drammatica scelta è di Giorgio Carmignola, vicedirettore dell`Ufficio caccia e pesca della Provincia (autorità competente in materia di fauna selvatica). “Non c`erano le condizioni di sicurezza – osserva l`esperto – per tentare una cattura dell`animale vivo“. Il fucile narcotizzante non era disponibile: i forestali ne hanno solo due in dotazione, e si trovano in Pusteria e Venosta, non c`era il tempo per portarli a Bolzano. “Ma in ogni caso – scuote la testa Carmignola – ne avrei sconsigliato l`uso: troppo pericoloso in un posto chiusso come il giroscala del parcheggio. Una volta, al parco dello Stelvio, decidemmo di sparare per sedare una cerva in mezzo al bosco. Era una situazione ottimale, eppure cinque dei nostri vennero scaraventati a terra dall`animale, che non era ancora addormentato. E non aveva nemmeno le corna. Stavolta non ho voluto mettere in pericolo gli operatori“. Sulle modalità dell`inseguimento, interviene il comandante dei vigili Sergio Ronchetti: “Gli agenti hanno dovuto azionare le sirene per avvisare la gente del pericolo. Mi chiedo cosa si sarebbe detto in caso di incidenti gravi. Il compito dei vigili si è esaurito all`ingresso del parcheggio: da lì in poi, altri hanno preso la decisione“. A questo proposito una nota della questura afferma che, sentito il parere dell`ufficio caccia e pesca, “non c`erano alternative all`abbattimento“. Francesco Clementi Damiano Vezzosi La fuga Il cervo salta un tavolino davanti al bar archeologico

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