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Il Codacons chiede che venga fissato un tetto alla giocate per “tutelare i cittadini dalla febbre”.

Con il jackpot a 88 milioni di euro ci si avvia a battere il record del Superenalotto, fissato ai 72 milioni vinti a Milano nel 2005. Ma il dibattito non manca.  Il Codacons chiede che venga fissato un tetto alla giocate per «tutelare i cittadini dalla febbre». Furono i Verdi, nel 1998, a lanciare l’idea di un tetto, però alle vincite. Seguirono a ruota 42 deputati dei Ds che individuarono nel gioco «connotati socialmente patologici oltreché moralmente riprovevoli». An precisò in 5 miliardi il premio massimo per un gioco così «palesemente diseducativo» e lo propose al Ministero delle Finanze. «Meglio il Superenalotto che una tassa in più» fece spallucce l’allora ministro Visco. Un geniale senatore di Fi, Cosimo Ventucci, citò Aristotele: «Mettere un tetto ai sogni dei cittadini significherebbe normalizzare anche la loro fantasia. L’illusione è un sogno a occhi aperti, diceva il filosofo, e allora lasciamoli sognare». Sempre di Forza Italia i tre deputati che nel 1999 denunciarono ripetutamente la possibilità di manipolazioni nel sistema informatico che gestisce il gioco. Franco Corbelli del Movimento diritti civili ripete da anni che il Superenalotto «è una colossale truffa». Parla di «vincite pilotate» e di una «regia occulta». La procura di Paola, all’epoca, indagò. Ne uscì poco o niente. Vincere al Superenalotto, ricorda l’estensore della voce su Wikipedia, è molto ma molto più improbabile dell’eventualità che nei prossimi secoli un asteroide colpisca la terra. Però.
 

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