UN’ALTRA GIORNATA di ordinaria incertezza sui mercati di mezzo mondo, con il governo Bush che continua a bussare incessantemente alla porta del Congresso, chiedendo il suo via libera al maxi piano di salvataggio del Tesoro da 700 miliardi di dollari volto ad arginare la grave crisi in atto. E, nello stesso giorno in cui il segretario al Tesoro americano Henry Paulson si reca al Congresso assieme al numero uno della Fed Ben Bernanke (nella foto Reuters), il presidente francese Nicolas Sarkozy, intervenendo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite anche nelle sue vesti di presidente di turno dell’Ue, chiede un vertice d’emergenza per fronteggiare la grave situazione, il prezzo del petrolio ridiscende sotto i 107 dollari al barile (106,69), dopo il balzo record di lunedì a 130 dollari, E le Borse restano deboli. Pesa, almeno nel Vecchio Continente, l’indice Pmi manifatturiero della zona euro, che è sceso in settembre oltre le attese. Piazza Affari s’adegua subito al coro, ma riesce a chiudere, come le consorelle, sopra i minimi di giornata: -1,44%, contro il -1,6% di Londra e Parigi. Quanto a Wall Street, questa, dopo un avvio discreto, prima va in area negativa (-1,35% il Dow Jones) complici le forti vendite su General Electric, che fa temere come le perdite finanziarie possano estendersi ben presto al resto dell’economia. Poi, a circa un’ora dalla fine, ritorna lievemente positiva.