Nei giorni scorsi è stato presentato in pompa magna un accordo tra il Comune di Roma e i ristoranti romani aderenti ad Assoristoranti e ad altre associazioni di categoria. In base a questo accordo, fino al 31 gennaio 2003, una serie di ristoranti offriranno a un prezzo fisso di 19,50 euro, un menu completo, bevande escluse.
Un prezzo, secondo l’assessorato al commercio, concorrenziale?un regalo ai commercianti, secondo il Codacons.
L’associazione, infatti, incuriosita da questo accordo denominato ?Roma Spendebene, Sapore di Roma?, che fissa alle ex 40.000 lire il costo di un pasto, ha effettuato un’indagine dai risultati clamorosi.
Un ispettore dell’associazione, infatti, ha girato in incognito per vari ristoranti del centro storico e non, ed ha scoperto che moltissimi esercizi romani praticano menu a prezzo fisso con le portate identiche o assai simili a quelle dell’accordo del Comune di Roma, a prezzi decisamente inferiori.
Tra i ristoranti emersi dal controllo a campione dell’associazione emergono, ad esempio, LA TAVERNA, A CASA DI ALFREDO, A CIARAMIRA, FONTANELLA SISTINA, DER PALLARO, IL FICO, LA CORNUCOPIA, IL CHIODO FISSO, SCHIAVI D’ABRUZZO, ecc.
L’indagine del Codacons ha evidenziato che presso i ristoranti romani è possibile trovare menu fissi o turistici a prezzi decisamente inferiori: si va da un minimo di 9,50 euro (A CIARAMIRA) a un massimo di 18,07 euro (FONTANELLA SISTINA), passando per i 9,80 euro di A CASA DI ALFREDO, per i 15 euro de LA TAVERNA, ecc.
L’accordo del Comune di Roma è quindi una ?bufala??? Ad accertarlo sarà l’Antitrust. Il Codacons, infatti, presenterà in questi giorni un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato affinchè valuti se l’intesa tra ristoratori e Comune di Roma possa configurare una pubblicità ingannevole ai danni del consumatore. Infatti tale accordo, sostiene il Codacons, porterà migliaia di cittadini romani e non a mangiare in uno dei 104 ristoranti che hanno aderito all’iniziativa, i cui nomi sono stati resi pubblici e che sono individuabili da una locandina esposta, credendo che il prezzo praticato sia più basso di quello degli altri esercizi, quando invece l’indagine dell’associazione ha evidenziato una realtà ben diversa.
Ancora una volta si fa sentire, conclude il Codacons, la mancanza del difensore civico che, in una situazione come questa, avrebbe potuto svolgere d`ufficio il suo ruolo di tutore dei cittadini.