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Il codacons si costituisce parte civile nell`inchiesta sulla tragedia di cessalto

Il Codacons Veneto ha annunciato di volersi costituire parte civile nel procedimento per l`incidente stradale che l`8 agosto scorso in A4 Venezia-Trieste, a Cessalto (Treviso) ha causato la morte di sette persone. La decisione, viene sottolineato dal Codacons, è stata presa “dopo aver appreso che la magistratura ha indiziato di reato otto persone“. Indagati dalla Procura della Repubblica di Treviso per omicidio colposo sono infatti i vertici di Autovie Venete e i titolari dell`azienda di autotrasporto, proprietaria del camion che ha causato, con un terrificante salto di corsia, la tragedia e condotto da un autista polacco. Invadendo la carreggiata opposta, il camion ha travolto un altro mezzo pesante e due auto che lo seguivano ed ha poi preso fuoco. Tra gli iscritti nel registro degli indagati per il reato di concorso in omicidio colposo, rileva in una nota l`associazione dei consumatori del Veneto, “tre sono i referenti di Autovie Venete, la cui implicazione sarebbe collegata principalmente al guardrail sequestrato, dimostratosi inadeguato dopo l`urto del camion guidato dal camionista polacco, e cinque della Autotrasporti spa di Tombolo“. Le informazioni di garanzia, come è emerso dopo la notifica, sono state emesse come “atto dovuto“ per permettere di compiere degli accertamenti tecnici irripetibili ritenuti necessari per fare piena chiarezza sulle cause della tragedia. Le indagini puntano sia sulle condizioni del camion prima dello schianto che su quelle del guardrail, obsoleto rispetto alle necessità di un tratto autostradale così trafficato. Accertamenti sui mezzi e sul tratto di guardrail che cominceranno nei prossimi giorni per chiarire le cause del disastro. E anche i famigliari delle vittime sono in attesa delle novità dell`indagine, come ha spiegato alla Nuova Venezia il professor Paolo Pombeni, fratello di Marialuisa. “Ci aspettiamo una ricostruzione precisa dell`accaduto affinchè questi fatti non si ripetano e queste persone non siano morte per nulla“.

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