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Il Codacons: una truffa, bruciati 5 miliardi

 Alla fine, nella sede dell’Alitalia, in via della Magliana, è arrivata anche la Guardia di Finanza: nell’ambito dell’inchiesta della Procura, aperta giorni addietro dopo la dichiarazione di insolvenza della compagnia di bandiera, il nucleo di Polizia tributaria ha acquisito, insieme con altri documenti, i bilanci degli ultimi dieci anni di attività di Alitalia.Secondo quanto è stato disposto dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dai sostituti procuratori Francesca Loi, Stefano Pesci e Augusto De Marinis, la GdF ha infatti avuto l’incarico di acquisire tutti i bilanci e tutta la documentazione riguardante anche le partecipazioni che la compagnia di bandiera ha avuto negli ultimi 10 anni, a cominciare dal 1998. La decisione di aprire l’inchiesta era stata presa sulla base della dichiarazione di insolvenza decisa dal Tribunale civile di Roma il 5 settembre. In Procura si ribadisce che le indagini in corso non interferiranno assolutamente con l’attività in corso per salvare la compagnia di bandiera. Attraverso lo studio delle carte acquisite, si stabilirà quali atti istruttori debbano essere avviati e quali persone dovranno essere convocate dal magistrato per capire quali siano state le ragioni che hanno determinato lo stato d’insolvenza della società aerea. Al vaglio degli inquirenti c’è anche la documentazione relativa ai fornitori di Alitalia. Il fascicolo processuale, allo stato, rimane senza ipotesi di reato e senza indagati. L’iniziativa della magistratura è stata commentata con soddisfazione dal presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che ha sottolineato come la Procura si sia mossa in seguito ad un esposto depositato dall’associazione per la difesa dei consumatori, nel luglio scorso, proprio per chiedere l’acquisizione della documentazione utile relativa alla crisi dell’azienda: "Ora – spiega Rienzi – vogliamo che siano accertate e rese pubbliche le responsabilità e i nomi di coloro che hanno determinato o contribuito allo sfascio di Alitalia, e che siano intraprese le dovute azioni legali nei loro confronti. Il nostro obiettivo – prosegue – è quello di tutelare gli azionisti, i dipendenti e i soci dell’azienda, perché solo grazie a questa tutela possono essere salvaguardati migliaia di posti di lavoro". Nei giorni scorsi, il Codacons aveva posto alcune questioni, sollecitando il Tribunale ad occuparsene: se a marzo l’Alitalia ha ottenuto 300 milioni di euro per garantire l’efficienza e la solvibilità fino a marzo 2009, come fa a dichiararsi insolvente il 29 agosto? E poi: come ha fatto la società a presentare ricorso per lo stato di insolvenza al Tribunale di Roma entro le ore 13, depositando la delibera del Cda di quello stesso giorno?  Il Codacons, che è stato il primo creditore a presentare atto di insinuazione al passivo nel fascicolo Alitalia, chiedendo la restituzione del valore dei titoli posseduti da alcuni azionisti. L’associazione dei consumatori ipotizza i reati di truffa, in relazione al conseguimento di erogazioni pubbliche (il prestito ponte di 300 milioni di euro ad Alitalia) e malversazione.  Nel suo esposto, il Codacons stima che in 10 anni Alitalia sia costata ai consumatori circa 5 miliardi e 187 milioni di euro.

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