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Il Consiglio di Stato tiene aperte le porte del Dal Molin all`ingresso degli americani

Ieri il giudice d`appello ha emesso un`ordinanza che, respingendo le istanze del Codacons, ricalca nella sostanza quella “pro base“ del 29 luglio scorso. L`associazione consumatori aveva vinto la prima battaglia, quella al Tar, in giugno, ottenendo dal tribunale veneziano la sospensione dei lavori al Dal Molin. Ma l`Avvocatura di Stato, ricorrendo al Consiglio di Stato, riuscì un mese fa a ribaltare quell`esito e a riaprire così il cantiere. Subito dopo il Codacons chiese una nuova udienza a Roma per ottenere la revoca dell`ordinanza del 29 luglio. La richiesta di revoca ieri è stata respinta e adesso la palla torna al Tar, che l`8 ottobre dovrà esprimersi sul merito. Sulla nuova ordinanza del Consiglio di Stato è intervenuto anche il commissario straordinario del governo Paolo Costa esprimendo soddisfazione: “La non ammissibilità delle contestazioni presentate nel ricorso del Codacons dimostra ancora una volta che l`intera procedura è stata condotta in maniera assolutamente trasparente e legittima“ ha commentato l`ex sindaco di Venezia. Per il fronte del “no“ e in particolare per l`amministrazione comunale di Vicenza è arrivata comunque anche una novità positiva. Il Consiglio di Stato ha infatti chiarito che una consultazione popolare non è vietata, bensì prevista da una direttiva europea. Per il sindaco di Vicenza Achille Variati è un motivo in più per portare avanti l`idea di raccogliere l`opinione della popolazione sul progetto statunitense. In città continua quindi la lotta contro il tempo dei “no base“ per impedire agli americani di procedere senza prima aver ricevuto l`esito della consultazione popolare del 5 ottobre e, tre giorni dopo, la sentenza del Tar. Un eventuale ingresso al Dal Molin da parte degli statunitensi prima di queste date viene descritto dal Presidio come “una dichiarazione di guerra a Vicenza“. Il fronte del “no“ e invoca una presa di posizione decisa dell`amministrazione Variati nei confronti degli Usa in caso di avvio del cantiere: “Per l`amministrazione comunale sarebbe un fallimento. Il sindaco ha promosso la consultazione popolare dichiarando che avrebbe preteso rispetto dagli statunitensi: ora è il momento che difenda la dignità di Vicenza che ha il diritto ad esprimersi a lavori fermi“. Il fronte del “sì“ invece ha preso nota di un altro successo ma al tempo stesso insiste sul fatto che una consultazione popolare, nei termini proposti da Variati, sia illegittima. Il quesito del 5 ottobre infatti chiede ai vicentini di esprimersi sull`opportunità o meno che l`amministrazione comunali acquisti l`area Dal Molin per fini diversi da quello militare. Per i comitati “sì base“ si tratta di una domanda ingannevole perché il Comune di Vicenza non può comprare un`area che è del demanio e non è in vendita.

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