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IL LATTE FRESCO NON E’ FRESCO!







Da qualche mese la Parmalat, nota azienda alimentare, vende e pubblicizza un prodotto denominato Latte ?Frescoblu?, che si avvale della sorprendente capacità di durare 8 giorni, a differenza del latte comune che ne dura al massimo 4.
Un prodotto senza dubbio innovativo che tuttavia non convince affatto il CODACONS. E per più di un motivo:


– in Italia la parola ?fresco? che viene associata al latte non è un mero aggettivo, ma si riconnette ad una denominazione che identifica un prodotto di qualità superiore che deve detenere determinate caratteristiche e derivante da un processo di lavorazione ben definito. Il prodotto ?Frescoblu?, al contrario, è sottoposto a ben 3 procedimenti di microfiltrazione, procedimento che non trova autorizzazione nella normativa italiana e comunitaria vigente;


– vi è una violazione che concerne l’informazione al consumatore: quest’ultima deve riportare alcune informazioni fondamentali, tra le quali i procedimenti chimici ai quali è sottoposto il prodotto. Per il latte ?frescoblu, invece, l’utente non viene informato dei 3 processi di microfiltrazione;


– La pubblicizzazione che viene fatta del prodotto ?Frescoblu? indica peraltro che la freschezza risulta derivante dalla conservazione del prodotto nella bottiglia di colore blu che filtrerebbe i raggi solari e consentirebbe, appunto, una freschezza più duratura del latte in essa contenuto. Anche nella stessa confezione del prodotto si ritrova la scritta Bottiglia Blu Salva Freschezza. Al riguardo si precisa che il Centro Studi e ricerche di vitaminologia del dipartimento di biochimica presso l’università di Bologna ed il dipartimento di chimica dell’Università di Modena e Reggio Emilia hanno condotto ricerche specifiche sugli effetti di tali fattori, pubblicati inoltre su riviste specializzate pongono in evidenza che le confezioni in plastica (PET), come quella appunto del prodotto ?Frescoblu?, lungi dal proteggere il valore nutritivo del latte, rivelano viceversa decrementi significativi e costanti nel contenuto vitaminico dell’alimento a causa della scarsa protezione nei confronti della luce. Il colore blu, quindi, da quanto l’associazione ha potuto verificare, non sembrerebbe essere sufficiente a garantire una protezione del contenuto della confezione in PET.



Per tutti questi motivi il CODACONS ha presentato un esposto a 102 Procure della Repubblica di tutta Italia ipotizzando a carico della Parmalat il reato di truffa in commercio, disciplinato dagli artt. 515 e 516 del codice penale. Non solo. L’associazione ritiene ingannevole la pubblicità del prodotto diffusa dalla Parmalat, ed in proposito chiede un intervento dell’Autorità Antitrust affinché ne inibisca la continuazione e sanzioni il comportamento dell’azienda.

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