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Il ministro Scajola: i conteggi tengono conto anche del cambio dollaro-euro

MILANO “La benzina a 1,47 euro al litro è troppo cara se rapportata al prezzo del petrolio, sceso sotto i 110 dollari al barile (109,48 dollari ieri a New York, in calo di 23 cents ndr). Il governo deve intervenire per porre fine a questa asimmetria che dannegggia sempre i consumatori“. Alcune associazioni (Codacons, Adusbef e Federconsumatori) scedono in campo per sollecitare un intervento di Palazzo Chigi. Ieri mattina a gettare il sasso nello stagno, per la verità, è stato il ministro della Funzione pubblica, Brunetta. Ha sostenuto che i prezzi della materia prima e quelli finali dovrebbero muoversi di pari passo ed ha aggiunto che “qualsiasi giustificazione è un imbroglio“. Di seguito gli interventi delle varie associazioni. “Bisogna porre fine a questa vergognosa speculazione – si legge nella nota dell`Adusbef – perché, come al solito, a farne le spese sono i cittadini che subiranno ricadute di 7 euro al mese, pari a 84 euro l`anno“. Per Federconsumatori, il sovrapprezzo che gli automobilisti pagano è di 7-8 centesimi al litro, perché a fronte della diminuzione del prezzo del petrolio sono possibili riduzioni fino a 1,40 euro al litro“. Duro l`intervento del Codacons che invita la Finanza a controllare i distributori “per multare e chiudere quelli che non espongono i prezzi e denunciare penalmente quelli che barano sul quantitativo di litri immessi nel serbatoio“. La Cna (Confederazione nazionale artigiani), invece, se la prende con “Mister Prezzi“. “Da gennaio a luglio – dice – la benzina è aumentata dell`11,9% e il gasolio del 18,5% mentre il greggio è salito da 100 a 147 dollari al barile. Da luglio ad oggi, invece, il greggio è sceso a 104 dollari ma benzina e gasolio sono diminuiti soltanto del 4%“. Per questo, la Cna “denuncia l`assenza“ del Garante dei prezzi “che invece dovrebbe monitorare questi fenomeni“. Da queste accuse si difende l`Up (Unione petrolifera) per dire che dai picchi di luglio ad oggi il prezzo dei carburanti alla pompa è sceso di circa 10-12 centesimi al litro. E poi offre un confronto con i prezzi internazionali della benzina “scesa di 1,7 centesimi al litro, così come in Italia mentre il gasolio è sceso di 3,7 centesimi e in Italia (al netto delle tasse) la riduzione è stata di 4,2 cents“. Ma ecco i dati dell`Osservatorio dei prezzi, diffusi dal ministro Scajola (Sviluppo economico). I conteggi tengono conto non solo del prezzo del greggio, ma anche del cambio dollaro-euro (la moneta americana è in forte recupero rispetto a quella europea). Fatti i calcoli oggi un barile di petrolio costa 73,7 euro mentre nel periodo dal 15 aprile al 2 maggio costava 69,4 euro. “Dunque il rincaro – spiega Scajola – è del 4,3%. E a fronte di queste cifre, i prezzi di benzina e gasolio sono, in sostanza, allineati a quelli di aprile-maggio“. Per il Pd interviene Sandra Zampa: “Chiediamo che l`Autorità per l`energia intervenga perché il prezzo della benzina non resti uguale, o peggio continui a salire come ha fatto in questi giorni, arrivando quasi a 1,50 euro al litro“. “Il prezzo del petrolio è sceso – dice la deputata del Pd – e non vorremmo che, spenti i riflettori, i cittadini si ritrovino a pagare la tanto sbandierata Robin Tax, imposta dal governo ai petrolieri“.

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