AOSTA Biglietti e abbonamenti del trasporto pubblico locale valdostano pesano poco sul totale del rapporto tra costi e incassi. Il "carburante" vero continua a essere, ancora una volta, il denaro pubblico. I dati sono del Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria ha stilato una classifica che tiene conto del parametro del ricavo per "chilometro erogato". In questa graduatoria, la Valle d’Aosta si trova al terz’ultimo posto, davanti a due regioni del Sud: Calabria e Basilicata. I numeri: i ricavi per chilometro ammontano in Valle a 53 centesimi, contro 40 della Calabria e 37 della Basilicata. L’Umbria, che si trova un gradino sopra la Valle, si trova a quota 56 centesimi. La parte del leone viene fatta dalle grandi regioni, dove sono attive società che gestiscono imponenti bacini di utenza. E’ il caso della Lombardia, che secondo l’inchiesta del Sole 24 Ore è la realtà che conquista la vetta della classifica. I ricavi da biglietto sono più del triplo della Valle. Per la precisione, un euro e 67 centesimi. Al secondo posto il Veneto, che arriva a quota un euro e 63. Al terzo posto la Liguria, che si ferma a un euro e 18 centesimi. Ai piedi del podio il Piemonte, con un euro e 7 centesimi. In Valle d’Aosta, il settore del trasporto pubblico locale è regolato da un Piano di bacino di traffico, approvato dal Consiglio regionale nel 1999. Il servizio è dato in concessione alle aziende di trasporto. Il territorio è suddiviso in quattro "sub ambiti": Alta Valle, Aosta e cintura, Media Valle e Bassa Valle. Il corrispettivo che la Regione riconosce per ogni chilometro erogato oscilla, a seconda delle zone, tra due euro e due euro e mezzo, cifra alla quale bisogna aggiungere l’Iva del 10 per cento. "Credo che non ci sia nulla di strano – dice l’assessore regionale ai Trasporti, Aurelio Marguerettaz – sono numeri che non fanno altro che riflettere la densità di popolazione di un territorio". Non di rado si sente dire che in Valle d’Aosta i mezzi pubblici sono poco utilizzati. In parte si sta cercando di dare una risposta alle esigenze dell’utenza rendendo più elastico il servizio. E’ il caso di iniziative "a domanda", con i mezzi che si muovono solo su richiesta. "Non credo che sia questo il discorso – dice Marguerettaz – lo ripeto, è sempre una questione di popolazione. Se prendiamo la zona del Grand Combin – dice ancora l’assessore ai Trasporti – ci sono cinquemila abitanti. Se anche tutti prendessero i mezzi pubblici, non credo che i dati statistici si sposterebbero di molto. Parlando di incassi – continua Marguerettaz – bisogna aggiungere che tutte le persone con più di 65 anni viaggiano senza pagare nulla e che ci sono molte facilitazioni, a cominciare da quelle per gli studenti". "Il fatto è che la Valle d’Aosta è una regione di montagna – dice Giuseppe Bordon, direttore della Savda – credo sia significativo il dato dell’Umbria, un’altra realtà con molte montagne, che è davvero vicino al nostro. Bisogna tenere conto – aggiunge Bordon – che il costo del biglietto base era di mille e 500 lire nel 1997, oggi è un euro. L’aumento è del 25 per cento, il linea con l’inflazione. Senza considerare che fino a qualche anno fa c’erano i buoni gasolio, che poi ci sono stati tolti senza compensazione. In passato – conclude il direttore della Savda – la Valle d’Aosta ha fatto la scelta di dotare tutti i paesi di un servizio di trasporto pubblico. In alcuni casi le linee hanno incassi che sono di tutto rispetto, in altri sono soprattutto un servizio sociale". Secondo Giampiero Marovino, del Codacons, "i dati sono influenzati dal numero di residenti. Sarebbe comunque necessario che la gente utilizzasse di più il mezzo pubblico. Le nostre proiezioni – conclude Marovino – lasciano intendere che in futuro sarà così, anche perché gli stipendi medi costringono, volenti o nolenti, a risparmiare".