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Il petrolio viaggia sotto i 90 dollari al barile

   Petrolio ancora in calo sui mercati internazionali. A New York i future sul greggio con scadenza a ottobre hanno aperto a 91,76 dollari al barile, quasi il 40 per cento in meno del record fatto registrare lo scorso 11 luglio (147,27 dollari) per chiudere la seduta a 91,49 dollari con un ribasso del 4,4%. A Londra il Brent è stato quotato addirittura sotto i 90 dollari e precisamente a 89,90 dollari. Mentre l’Opec ha tagliato per la sesta volta quest’anno le stime sulla crescita della domanda petrolifera nel 2008. Secondo il cartello petrolifero la domanda mondiale dovrebbe attestarsi a 86,6 milioni di barili al giorno, con una crescita di 880 mila barili al giorno, in calo di 120 mila barili rispetto alla precedente previsione. Il tutto dovuto al rallentamento dell’economia mondiale che si rifletterà anche in un calo della crescita della domanda globale. Nonostante i cali che in questi ultimi giorni stanno interessando l’oro nero, i prezzi dei carburanti italiani stentano a scendere. Ancora una volta sono le associazioni dei consumatori a fare la voce grossa contro le compagnie petrolifere.  Per Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori è necessario tagliare le accise e bloccare l’Iva garantendo una riduzione di 8-10 centesimi sul prezzo di benzina e gasolio. Una misura che verrà chiesta domani in occasione dello "sciopero della pagnotta" per protestare contro l’effetto domino che i prezzi dei carburanti generano nei confronti dei rincari dei generi alimentari. "Basta con la doppia velocità dei carburanti, lesti a salire quando il prezzo del greggio aumenta, immobili nel caso opposto – affermano le associazioni dei consumatori -. Con il petrolio a 90 dollari il prezzo di benzina e gasolio dovrebbe essere inferiore di 8-10 centesimi di euro al litro. Negli ultimi due mesi il costo di un barile di petrolio è diminuito di circa il 35-40%, benzina e gasolio sono rimaste praticamente ferme". Secondo i calcoli dei consumatori, il prezzo della benzina dovrebbe quindi attestarsi a 1,38 euro al litro, contro la media di 1,45 a cui viene venduta in questi giorni. Attraverso l’identico calcolo, il diesel dovrebbe attestarsi a 1,31 euro al litro, contro gli 1,39 – 1,40 a cui è venduta oggi. "Tutto ciò comporterà – concludono i consumatori – delle pesanti ricadute per gli automobilisti che, con una media di due pieni di carburante al mese, dovranno far fronte ad un maggior esborso, per costi diretti, di 96 euro annui" e "per costi indiretti, di 65 euro all’anno".

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