Baci, abbracci, brindisi. Si gioisce e si sparano commenti al vetriolo al presidio di Ponte del Marchese dopo la sentenza del Tar che ha sospeso ogni attività diretta alla realizzazione della base Dal Molin. Dovevano essere i giorni del nuovo avamposto di “guerra“ e dell`organizzazione contro l`arrivo degli americani prevista il 1° luglio per prendere possesso della base. Diventano i giorni della pazza gioia. “Le motivazioni con le quali il Tar si è espresso sulla vicenda, accogliendo il ricorso di Codacons e Coordinamento Comitati – affermano i No Dal Molin, che ieri hanno sfornato comunicati a raffica – smascherano gli illegali, cioé coloro che vorrebbero cementificare la città del Palladio per realizzare un nuovo avamposto di guerra“. “La sentenza dimostra quanto fondate sono le tesi dei cittadini che da due anni si oppongono alla realizzazione dei progetti statunitensi – si sottolinea dal tendone -. Il Tar, infatti, riconosce i pericoli ambientali e urbanistici legati alla realizzazione dell`opera“. Il Presidio annuncia di voler vigilare sull`osservanza di questa sentenza, “per difendere la legalità che più volte hanno tentato di calpestare i promotori dell`opera“. Nel contempo vengono riconfermati gli appuntamenti già programmati: la giornata di banchetti prevista oggi, la presenza in Piazza dei Signori il 26 giugno in contemporanea al dibattito del consiglio comunale monotematico e la mobilitazione del 30 giugno intorno al Dal Molin. Ma tutto ora ha il sapore della festa, anche se l`allerta rimane. “La sentenza del Tar deve essere rispettata – scandiscono i No Dal Molin – e il territorio dietro questi cancelli deve restare civile“. Poi i veleni contro l`ex sindaco Enrico Hüllweck: “La sentenza dimostra che l`ex sindaco aveva svenduto la città senza alcuna garanzia. Hüllweck aveva più volte dichiarato di acconsentire alla nuova base Usa tutelando la città di Vicenza; la sentenza del Tar racconta un`altra storia. Come mai l`amministrazione che aveva acconsentito ai progetti statunitensi non si era preoccupata di chiedere e visionare la valutazione d`incidenza ambientale? Quanto accaduto è gravissimo e mette a nudo le responsabilità di chi, invece di tutelare Vicenza, ha tentato in ogni modo di criminalizzare i cittadini che difendono il proprio territorio“. Il Presidio infine se la prende anche con il commissario governativo per la nuova base Usa, Paolo Costa, del quale chiede le dimissioni. “Il delegato del Governo per la vicenda Dal Molin – sostengono – ha mentito ai cittadini nascondendo i rischi legati alla realizzazione della nuova base Usa e dichiarando che tutto era perfettamente in regola“. “Ci auguriamo – concludono che il commissario abbia la dignità di non attendere la decisione del nuovo Governo in merito al suo mandato: è il momento di dimettersi“