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Il Tar del Veneto sospende i lavori che avrebbero dovuto concludersi nel 2011

Il Tar del Veneto ha sospeso l`ampliamento della base Usa di Vicenza, la cosiddetta “Ederle 2“, progettata presso l`aeroporto militare vicentino “Dal Molin“. L`ordinanza del Tar è accompagnata dalla considerazione che “nessuna traccia documentale di supporto è stata riscontrata“ sull`atto di consenso “presentato dal Governo Italiano a quello degli Stati Uniti d`America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali“. Il Tar ha così accolto il ricorso presentato nel settembre 2007, con aggiunte successive, dal Codacons Veneto e dall`Ecoistituto “Alex Langer“ di Mestre. Per il presidente Codacons Carlo Rienzi, “è una vittoria di tutti i cittadini“, per quello dell`Ecoistituto, Michele Boato, “Davide ha fermato Golia“. “Avevo sempre detto che serviva ritrovare un equilibrio tra la Ragione di Stato e le ragioni della comunità“, ha affermato il sindaco di Vicenza Achille Variati (Pd), per il quale “non si poteva continuare con la logica tipica dei segreti militari, ignorando la voce del territorio“. Il progetto di dar stanza ad alcune migliaia di soldati Usa e riunire quindi la 173ma Brigata aviotrasportata, oggi divisa tra Vicenza e la Germania, in ogni caso, ha subito una battuta d`arresto (i lavori di allargamento avrebbero dovuto concludersi nel 2011). Sulla vicenda l`ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli, ha sottolineato che “le truppe Usa di ritorno dalle missioni in Afghanistan possono fare esercitazioni a Vicenza con le controparti italiane che si stanno preparando ad entrare in servizio sullo stesso teatro“ di guerra. Nessun commento, invece, dal commissario straordinario per il progetto della base, Paolo Costa. In una Vicenza governata dal centrosinistra di Variati – eletto in controtendenza al nazionale anche per le perplessità sulle procedure adottate per la “Ederle 2“ dal predecessore di centrodestra, Enrico Hullweck (Fi) – ieri l`articolato fronte del “No alla base“ ha esultato. “Finalmente giustizia è stata fatta“, afferma Cinzia Bottene, leader dei Comitati “No Dal Molin“, divenuta consigliere comunale. Una sentenza “che difende la legalità più volte calpestata“, per il Presidio Permanente No Dal Molin. Per contro, il Comitato “Sì Dal Molin“ annuncia l`avvio di una raccolta di firme e di azioni di “controinformazione“ ai cittadini.

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