Site icon Codacons Lombardia

In bolletta 35 euro in più Codacons: togliere altri costi




ROMA
Luglio ad alta tensione per le bollette elettriche: in agguato c’è una nuova stangata che potrebbe fare registrare alle tariffe un rincaro fino all’8% al lordo delle tasse. Vale a dire un altro aumento che peserebbe con un impatto di 35 euro per la sola luce, sul bilancio annuale delle famiglie italiane.
Le nuove stime, a pochi giorni dall’atteso aggiornamento dell’Authority per l’energia cui spetta l’ultima parola, arrivano dal Ref che spiega come l’organismo di vigilanza, stavolta, abbia pochi margini di manovra. L’Autorità difficilmente potrà cioè compensare l’impatto del caro-greggio, causa principale dei rincari, modulando altre voci tariffarie come ha fatto nell’ultimo trimestre.
«È corretto immaginare che aumentino, perché dipendiamo dalle materie prime, che continuano a salire», ha spiegato l’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti. «Siamo gas-dipendenti ed il gas è legato al petrolio: se sale il petrolio sale anche il gas e, purtroppo, salgono anche le bollette». Le tariffe, precisa però Conti, «salgono meno di quello che dovrebbero: nell’ultimo anno il costo della materia prima è salito del 70% mentre le bollette solo del 10%».
E mentre i consumatori del Codacons tornano a chiedere di eliminare i cosiddetti «extra-costi che pesano sugli importi delle bollette per oltre il 6%», entro il week end prossimo l’Autorità dovrà rendere noto l’aggiornamento per il trimestre luglio-ottobre ma il Ref stima che in base «alle previsioni pubblicate dall’Acquirente Unico, la copertura della spesa per l’approvvigionamento di energia (Ped) andrà aumentata del 10,5%, ipotizzando prezzi del barile e tasso di cambio euro/dollaro in media per il 2008 sui 120 dollari al barile e 1,53 dollari per la moneta americana». Ma oltre all’aumento dei costi dell’energia, entro fine anno – sottolinea il Ref – «devono anche essere recuperati circa 300 milioni di euro di maggiori oneri sostenuti dai distributori nel 2007 per il mercato vincolato.
Sul fronte petrolio le prospettive non sono buone. È stato un dialogo tra sordi quello che si è svolto ieri a Bruxelles tra l’Ue e l’Opec. Alla richiesta europea di aumentare la produzione, i Paesi produttori hanno risposto che quello che si poteva fare è già stato fatto. Intanto il prezzo del barile ha superato nuovamente quota 137 dollari.
Per le quotazioni del greggio, per il ministro algerino per l’Energia, Chakib Khelil, molto dipenderà dall’andamento del dollaro e dai rapporti tra l’Iran e l’Occidente. Il commissario europeo per l’energia, Andris Piebalgs, ha sostenuto che «non c’è alcuna ragione per mantenere dei tetti alla produzione». E il segretario generale dell’Opec, il libico Abdallah el-Badri risponde che «noi non vogliamo aumentare la produzione. Non c’è penuria di prodotto sul mercato».

Exit mobile version