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In pochi sapevano dello “sciopero della pagnotta”

In pochi sapevano dello "sciopero della pagnotta". «Non è lo sciopero più adatto» commenta, invece, chi non ha voluto rinunciare a mangiare il pane.
Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, insieme a Codiretti, hanno invitato ieri i consumatori a boicottare l’acquisto di alcuni prodotti che negli ultimi anni hanno registrato i maggiori aumenti e per un giorno rinunciare ad acquistare (tra gli altri) pane e pasta.
La manifestazione contro l’aumento dei prezzi a Catania, però, sembra non aver sortito alcun effetto. Nei panifici della città il solito andirivieni di sempre. «Abbiamo avuto una normale affluenza – afferma il titolare di un panificio del centro storico – i clienti hanno cambiato da tempo le abitudini, acquistano ciò che serve, ma non rinunciano a mangiare il pane. E poi noi abbiamo il prezzo più basso d’Italia: un chilo solo 2, 20 euro», conclude con soddisfazione.
Roberto Di Re, 44 anni, lavora in un cantiere edile nella periferia della città, ad ora di pranzo per nessuna ragione al mondo rinuncia al suo panino imbottito con prosciutto e formaggio, da mangiare rigorosamente insieme ai colleghi: «E cosa dovrei mangiare?», chiede sorridendo. «Questi scioperi non risolvono la situazione: per un panino e una bibita spendo 2,70 euro mentre prima solo 1.000 Lire».
«Inutile dirlo – aggiunge Fabio Costa, 30 anni – l’euro ha cambiato le nostre vite». Sposato da qualche mese Costa confesa di fare la spesa seguendo le indicazioni dei volantini pubblicitari:«E’ l’unico modo per risparmiare, al pane però nemmeno io riesco a rinunciare».
I rappresentanti delle associazioni dei consumatori si ritengono soddisfatti: «Il non acquisto di un prodotto è una forma simbolica di sciopero – afferma Francesco Tanasi del Codacons – e Catania ha avuto il 56 per cento di adesioni».
 

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