Site icon Codacons Lombardia

In Veneto 6000 animali nella lista nera

Si chiama “black list“ e nel Veneto vi appartengono almeno 6mila cani. Non hanno mai fatto nulla di male, molti sono cucciolotti, altri ormai anziani e sdentati. La loro unica colpa sta tutta nel pedigree che secondo il vecchio decreto dell`allora ministro Livia Turco non rassicura: sono razze considerate pericolose. Ce ne sono 17, dal rottweiler, la più diffusa nel Veneto con 5386 esemplari, al cane da pastore dell`Anatolia (9 cani in tutta la regione). Questi 6mila animali non sono certo stati iscritti in una lista a parte, del resto la legge non lo prevede, ma rientrano nel grande calderone dell`anagrafe canina che la regione Veneto, tra le prime in Italia, ha messo a punto.
Una “black list“ che ora il sottosegretario al Welfare Francesca Martini vuole superare e sostituire con un maggior coinvolgimento del padrone: non sono i cani ad essere pericolosi – è il ragionamento di base – ma le persone che non li sanno addestrare.

Proprio in questi giorni il sottosegretario ha incontrato i rappresentanti delle Regioni per spiegare il progetto che intende varare prima della fine dell`estate. «Per questa iniziativa – ha spiegato Francesca Martini – ho ricevuto moltissimi consensi e intendo dunque andare avanti, eliminando questa lista pregiudiziale di razze pericolose, puntando invece sull`educazione dei padroni seguendo il modello francese che è basato su corsi di formazione, su permessi dedicati da parte dei Comuni per l`adozione di razze di taglia grande, e sul massimo coinvolgimento delle strutture veterinarie del territorio. Il tutto al fine di trovare la sinergia necessaria per far sì che un cane particolarmente impegnativo venga cresciuto da una persona in grado di farsene carico e di averne cura».Un progetto che vede però contrario il Codacons che chiede addirittura un allargamento dell`elenco. «Ogni anno in Italia – sottolineano – si verificano 70mila morsicature, pari a 191 al giorno, per parlare solo di quelle ferite che hanno richiesto un intervento da parte dell`autorità sanitarie varie». Ed è in virtù di questo che il Comitato dei consumatori chiede addirittura l`estensione della lista anche a cani considerati di indole docile, ma che hanno una grossa mole, come ad esempio i mastini, i dobermann o il mastino napoletano.

Favorevole alla proposta Martini è anche l`Associazione nazionale dei medici veterinari che sottolinea come anche razze considerate mansuete possano avere comportamenti legati a patologie comportamentali e come sia importante la formazione dei proprietari e di tutte le persone che hanno rapporti con gli animali.

Insomma, tutti i cani possono essere potenzialmente pericolosi se vengono lasciati in mani improprie, o ancor peggio se vengono addestrati prevalentemente all`attacco. Ecco perch̩ Рcome sottolinea Martini Рsi deve lavorare molto sull`educazione al proprietario, responsabilizzandolo e aiutandolo a far crescere in modo corretto il proprio animale.

Dal senatore Andrea Fluttero del Pdl arriva un disegno di legge sui cani pericolosi che Francesca Martini però critica. La proposta prevede il divieto di allevamento, produzione, importazione, vendita e acquisto di razze canine considerate pericolose e l`obbligo per chi le possiede già di sterilizzare l`animale e chiedere autorizzazione per la sua detenzione ala questura. Oltre a questo il senatore Fluttero propone di creare un “punto d`incontro di persone aggredite da cani pericolosi e dei loro familiari che metta in rete le esperienze di persone vittime di comportamenti aggressivi e che possa far conoscere e sensibilizzare l`opinione pubblica sul loro dramma».

Ma ci sono Stati in cui i cani considerati pericolosi non possono entrare. Curiosa la norma che vige negli Emirati Arabi che hanno messo al bando una lunga serie di razze dal Pitbull al Fila Brasileiro. Il Ministero dell`Ambiente ha il diritto di rifiutare l`ingresso dell`animale e se il proprietario si rifiuta il cane “può essere confiscato o distrutto“.In Gran Bretagna è vietato il possesso di Pitbull, Tosa Inu, Dogo Argentino e Fila Brazileiro.

Exit mobile version