«IN VENTIMILA aspettano l’esito della richiesta all’Inail, per il conteggio degli anni di lavoro in luoghi nei quali è stato poi trovato amianto». Parola delle organizzazioni sindacali, letteralmente bombardate da richieste sempre più preoccupate di pensionati che vedono traballare il loro assegno mensile, col quale è già difficile riuscire a sbarcare il lunario. Già, perché se la magistratura è da (almeno) due anni alle prese con l’indagine sulle cosiddette pensioni all’amianto, ora s’è mossa pure l’Inps. Con una raffica di lettere spedite – a pioggia – a migliaia di ex dipendenti, che vengono così avvertiti delle «verifiche in corso» sulla loro pensione. Verifiche sulle quali i sindacati vogliono vederci chiaro. E capirne il motivo. Tant’è che proprio per questo hanno chiesto un incontro urgente con il prefetto Anna Maria Cancellieri, che dopo aver visto, ieri, Aniello D’Ambrosio, direttore dell’Inps, domani incontrerà Enrico Lanzone, responsabile della sede territoriale Inail. «Inutile nascondersi dietro un dito» premette il prefetto. E aggiunge con preoccupazione: «Verificati i numeri, si potrebbe trattare di un problema sociale, che dovremo affrontare. Anche con i parlamentari liguri, già allertati e sensibilizzati dai sindacati, per interventi legislativi ad hoc». L’incontro di domani tra Anna Maria Cancellieri e il responsabile Inail segue la stessa strada. Anche perché a Genova è toccato il drammatico ruolo di apripista: non ci sono esempi in Italia. Proprio quando il Codacons informa che i produttori mondiali di amianto hanno messo a disposizione un fondo che consente un risarcimento fino a 400 mila dollari per le famiglie di chi s’è ammalato di mesotelioma.Alla rappresentante del governo, ieri mattina, i sindacalisti hanno chiesto lumi su quanto sta accadendo. «È importantissimo comprendere il perché di tutte queste lettere spedite dall’Inps – spiegano i sindacati – Anche perché, a fronte di una decina di pensionati indagati, sono state invece inviate migliaia e migliaia di missive. Per quale motivo? Si allarga a dismisura l’inchiesta o che altro si sta preparando?». Il dubbio dei sindacati è che nel terrore di subire in futuro pesanti contestazioni (economiche) dalla Corte dei Conti, l’ente pensionistico – ovvero, i suoi funzionari – si sia in qualche modo portato avanti con i lavori. Per la serie: in caso di contestazioni, le «lettere di auto-tutela» dimostrerebbero la buona fede dell’Inps e il suo attivarsi prima ancora dei controlli della giustizia amministrativa. Che certo non si farà attendere. Anche perché, ammettono i sindacati: «La faccenda era nell’aria. Da molti mesi. Il problema è capire il rapporto numerico che c’è fra chi è già sotto indagine e quanti ricevono le lettere di verifica della pensione». A che settori appartengono i beneficiari della pensione anticipata per la legge sull’amianto? I sindacalisti, che hanno già allertato i loro staff di legali, alzano le braccia: «Metalmeccanici, ma non solo. Le realtà, in una città come Genova, sono moltissime: il settore chimico, cantieristico ed edile, in assoluto il più complesso. Si tratta di persone che hanno lavorato in cantieri per la demolizione dell’amianto, ma per i quali è molto complesso ricostruire la storia professionale. Sono decine di migliaia, appunto. Non è azzardato parlare di 20 mila persone. Che ora attendono con ansia la posta, nel timore di una lettera di verifica». Aniello D’Ambrosio, che ieri ha avuto un lungo colloquio col prefetto Cancellieri, ammette: «Purtroppo, negli anni di maggiore crisi, erano le stesse aziende alle prese con drastiche riduzioni del personale, a incentivare l’utilizzo della legge sull’amianto». Come dire, e il direttore dell’Inps lo dice chiaramente: fra i vari ammortizzatori sociali, è stata usata anche la legge sull’amianto. Con l’accordo di tutti. Ma che ora rischia di trasformarsi in boomerang. Con persone che potrebbero vedere in qualche modo ridimensionato il loro assegno mensile