Site icon Codacons Lombardia

Indegno del suo ruolo, ora Costa deve dimettersi

 E’ durissimo il commento del presidio permanente di fronte alla pubblicazione delle lettere presentate al consiglio di stato. In particolare, si dichiara "formalmente persona non gradita" il commissario Paolo Costa. "Adesso si capisce perché – dicono al presidio – alcuni giorni fa, l’ambasciatore statunitense e il padano Stefano Stefani lodassero apertamente le gesta di Paolo Costa. Lo si capisce leggendo la lettera che lo stesso Costa ha inviato all’allora ministro Parisi, un vero e proprio capolavoro di sfacciataggine e arroganza, di senso d’impunità". Il presidio sottolinea come il commissario "voleva prenderci per fessi, "eliminare alla radice" la nostra sacrosanta protesta contro un progetto insensato e devastante. Per farlo, qualsiasi trucco e sotterfugio andava bene. La comunità locale ha ragione a protestare perché verrebbe distrutta "l’ultima grande area verde della città"? Non c’è problema – ironizzano dal presidio permanente – nella lettera lo stesso Costa suggerisce di adottare una delibera del consiglio dei ministri che dichiari il Dal Molin opera di sicurezza nazionale". Il presidio conferma che manterrà alta la vigilanza ai cancelli dell’aeroporto per assicurare che la sentenza del Tar venga rispettata. Anche per il Codacons, l’associazione dei consumatori, che aveva presentato il ricorso contro la nuova base accolto dal Tar che ha ritenuto illegittimi tutta una serie di atti del governo Prodi e ha quindi ordinato la sospensione dei lavori, i documenti depositati al Consiglio di stato sono "clamorosi nelle loro rivelazioni". Per l’associazione dei consumatori ci sono stati "accordi segreti" e punta l’indice contro Paolo Costa che, nella sua lettera al ministro della difesa Parisi, fa emergere l’esistenza di "un piano finalizzato a abbattere le opposizioni locali e pacifiste e a ingannare la popolazione vicentina. Costa e l’allora governo – sostiene l’associazione – hanno svenduto l’ambiente e la sicurezza dei cittadini in cambio di un pacchetto che avrebbe dovuto soddisfare i vicentini". I verdi del Veneto chiedono le dimissioni immediate di Costa. "La lettera del commissario straordinario – scrivono – è di una gravità inaudita. E’ la prova di come Romano Prodi e la parte più servile del suo governo, con la collaborazione di amici fidati come Paolo Costa, abbiano deciso di imporre con bugie e stratagemmi questo devastante progetto alla città di Vicenza, tentando di nascondere i danni enormi prodotti da questo insediamento, arrivando al punto di dover escogitare il modo di non far svolgere la valutazione d’impatto ambientale". Riassume lo sdegno nei confronti di Costa il consigliere regionale Gianfranco Bettin, che chiede con forza le dimissioni del commissario straordinario. "Basterebbero pochi passaggi della sua lettera a Parisi – dice Bettin – per chiedere a questo signore di fare le valigie perché indegno del suo ruolo. Riteniamo – insiste il consigliere regionale – queste dimissioni necessarie alla luce dei contenuti di questa lettera".

Exit mobile version