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INFLAZIONE AL 2,3 PER CENTO ? DATI ISTAT RIDICOLI !







Mentre in Francia, dove è stato attivato un accordo per far diminuire i prezzi del 3 per cento, l’INSEE, prestigioso istituto di statistica, ha rilevato un’inflazione al 2,5 per cento ad agosto, nell’Italia dei prezzi raddoppiati con il pretesto dell’euro dove sono stati trasferiti 52 miliardi di euro dalle tasche dei cittadini a quelle di coloro che determinano i prezzi, l’Istat continua a sfornare dati ridicoli sull’inflazione scesa ad agosto al 2,3 per cento.

Al netto dei tabacchi – afferma l’Istat -, l`indice dei prezzi al consumo per l` intera collettività e` aumentato dello 0,2% su base mensile e del 2,2% su base annuale, mentre l` indice FOI per le famiglie di operai e impiegati, ha invece registrato una variazione del +0,3% rispetto a luglio e +2,5% rispetto ad agosto 2003. L` Istat ha infine rivisto al rialzo l` indice Ipca armonizzato europeo: dalla precedente stima di un -0,3% mensile e di un +2,3% annuale, si e` infatti passati ad una variazione agosto su luglio del -0,2% e agosto su agosto del +2,4%.

Lo scorso mese l` aumento congiunturale più significativo e` stato quello del capitolo trasporti, aumentato dell` 1,1%. Oltre alla benzina, a pesare sono stati gli incrementi dei trasporti aerei e navali, rispettivamente +13,6% e +10,4% su base mensile. In aumento anche alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+0,7%). In calo invece si confermano il capitolo comunicazioni (-0,7%) e i prodotti alimentari e le bevande analcoliche (-0,2%).Flessione anche per i servizi sanitari e le spese per la salute (-0,1%), grazie in particolare alla diminuzione del prezzo dei farmaci (-0,3%). Gli aumenti tendenziali più marcati sono stati quelli delle bevande alcoliche e dei tabacchi (+7%) e dei trasporti (+3,8%).

INTESACONSUMATORI,che terrà un presidio sotto la sede dell’Istat in occasione dello sciopero della spesa del 16 settembre 2004 per protestare contro l’insensibilità dimostrata dall’istituto di statistica rispetto ad una profonda riforma di un paniere i cui pesi, specie per beni e servizi necessari e di largo consumo come le spese per l’abitazione, i servizi bancari ed assicurativi, sono sottostimati rispetto alla spesa reale delle famiglie, ha chiesto invano l’istituzione di panieri diversificati per le diverse fasce di reddito.

Per i pensionati al minimo infatti, che guadagnano 516 euro al mese, ai quali non basta il 90 per cento della pensione per mangiare e che si devono indebitare con i supermercati per sopravvivere ad un tasso di interesse annuo del 20 per cento, l’inflazione reale ad agosto non è stata del 2,3 per cento ma del 23 per cento: come al solito l’Istat ha dimenticato di togliere una virgola per misurare il carovita per larghe fasce della popolazione !





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