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INFLAZIONE AL 2,6/2,7%: L’INTESA INVITA IL GOVERNO AD UNA INVERSIONE DI ROTTA


E’ da gennaio scorso,da quando si è costituita ?L’Intesa dei Consumatori? nella storica conferenza stampa del 7 gennaio presso la sede del Codacons,con la contestuale diffusione di centinaia di prezzi rincarati ed arrotondati al rialzo ben oltre ogni misura,che i ministri economici buttano acqua sul fuoco affermando che l’inflazione non preoccupa,ma anzi è sotto controllo,che le associazioni dei consumatori fanno allarmismo ed ?euroterrorismo?,che la ripresa sconfiggerà tutti i profeti di sventure,con l’Intesa in cima alla lista.


La diffusione odierna dei dati Istat vede ?nonostante il paniere inadeguato a registrare la realtà dei consumi – una ripresa dell’inflazione, con l’indice italiano al 2,6/2,7 per cento (+0,2/0,3) e con l’indice armonizzato europeo che può sfiorare il 3 per cento. Il Governo italiano, invece, continua a professare ottimismo da tutti i pori, senza affrontare le questioni dei consumi stagnanti e del Pil ,che se va bene crescerà quest’anno dello 0,6 per cento anzichè del 3,1 come previsto dalle previsioni economiche del DPEF e che dovrebbe indurre a qualche autocritica.




DPEF,PRESENTATO DA PRESIDENTE BERLUSCONI E MINISTRO TREMONTI IL 16.7.2001, PAG. 39)










  2001 2002 2003 2004 2005 2006
PIL +2,4 +3,1 +3,2 +3,1 +3,1 +3,1
INFLAZIONE +2,6/2,7 +1,7 +1,3 +1,0 +1,0 +1,0







L’inflazione non è più quella selvaggia di una volta – come ha affermato giustamente il presidente della Repubblica Ciampi – ma attenzione a non sottovalutare il problema, perché quando si registra un aumento dei prezzi,anche di poco superiore a quello medio degli altri paesi dell’euro, ne soffrono la crescita economica della nostra economia e diventiamo meno competitivi: l’inflazione ufficiale al 2,6/2,7% significa riportare indietro di 18 mesi le lancette dell’orologio, quindi riportare indietro il Paese e scaricare la crisi sulle spalle delle famiglie più indigenti.


Solo con una severa autocritica e con una pubblica ammissione di responsabilità, il Governo potrebbe invertire una tendenza disastrosa per le tasche delle famiglie, perché continuare ad affermare che l’inflazione non preoccupa, quando quella reale per i redditi fino a 10.000 euro potrebbe superare il 10%, significa nascondere la testa sotto la sabbia e non perseguire la difesa delle fasce sociali più deboli e vulnerabili. La seconda iniziativa è rivedere le cifre del DPEF, ed aumentare ad almeno il 2 % (con una inflazione che si potrebbe chiudere al 2,5-2,6 a fine anno) il tasso programmato di inflazione, perché l’1,4 %, è una cifra campata in aria alla luce dei dati odierni dell’Istat e forse anche provocatoria. L’Intesa continua a richiedere un confronto urgente al Presidente Berlusconi, perché alla luce dei dati odierni sfuggire al dialogo con i rappresentanti dei consumatori che si sono battuti per calmierare prezzi e tariffe e cercano anche con accordi di bloccare i prezzi e difendere il potere di acquisto delle famiglie, oltre ad essere atto arrogante, come lo è sempre la mancata apertura al dialogo, può significare presunzione e debolezza nella risoluzione dei problemi, a partire da una riforma della RC Auto, che non può essere effettuata secondo i voleri delle Compagnie e dell’Isvap, ma anche secondo le esigenze dei cittadini.




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