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INFLAZIONE AL 2,8%: ISTAT CONTINUA A DARE I NUMERI, SOTTOVALUTANDO L’INFLAZIONE REALE!







Ancora una volta l’Intesa dei consumatori rivela una situazione anomala nei calcoli dell’Istat relativi all’inflazione. Nel dato preliminare di settembre diffuso il 29.9.2003 dall’istituto di statistica, viene sottolineato un aumento del settore comunicazione rispetto al mese precedente pari allo 0,9%. Aumento che però, nei dati resi pubblici oggi, non solo scompare, ma viene trasformato in un ribasso dello 0,2%. Non sappiamo se si tratta di una correzione di un precedente errore oppure se la prima rilevazione fosse un po’ ?fantasiosa?.

Al centro della questione potrebbe esserci la manovra sulle tariffe effettuata da Telecom Italia, che fa sorgere più di un dubbio nei consumatori di Intesa, ed ecco perché:



1.Il 15 settembre Telecom Italia ha cambiato le tariffe fisso-fisso con una manovra “a saldo zero“, come da ?price-cap? dell`Authority TLC e da comunicazione dell`azienda. In particolare: sono aumentate le telefonate locali (per le durate oltre i 15 chilometri) sia nella fascia ordinaria (più 10,5% dopo i primi 15 minuti) sia in quella ridotta (più 11,2%); sono aumentate le telefonate di prossimità (interurbane entro i 15 minuti) nella fascia ordinaria (più 62,4%); sono diminuite del 12,3% le interdistrettuali oltre i 15 chilometri (fascia ordinaria)



2. L`Istat ha rilevato il 29.9.2003 un aumento congiunturale dell`inflazione di settembre dello 0,9% sul capitolo comunicazione, che ha un peso sull`indice di 31.957 su 1.000.000 (3,2%)


3. il settore comunicazioni è in particolare composto da sei sottovoci con i seguenti indici:



servizi postali: 1525

telefoni cellulari: 8575

accessori per telefoni cellulari: 451

servizi di telefonia fissa: 10997

servizi di telefonia mobile: 9690

servizi di telefonia pubblica: 719



4. da dichiarazioni fatte dall’Istat (settore prezzi), in settembre non si sono registrate variazioni apprezzabili per servizi postali, telefoni cellulari, accessori, telefonia mobile e telefonia pubblica. Quindi tutta la variazione è sul capitolo servizi di telefonia fissa.


5. tale capitolo è composto da 18 tipologie di chiamate, delle quali non vengono resi noti i pesi. Per 6 di tali 18 tipologie (locale ordinaria e ridotta; distrettuale – che da tempo è la stessa di locale ma l`Istat ancora non lo sa – ordinaria e ridotta; interdistrettuale sotto i 15 chilometri ordinaria e interdistrettuale oltre i 15 chilometri ordinaria) c`è una variazione in seguito alla manovra di Telecom, cinque in rialzo e una in ribasso. Per le altre dodici voci, che riguardano in sostanza le chiamate fisso-mobile e fisso-internazionali di Telecom e di altri operatori, non ci sono variazioni.



6. si può stimare che il peso delle sei voci variate sia pari a circa il 60% del capitolo telefonia fissa (con il restante 40% suddiviso tra fisso-mobile e internazionale). Se il peso fosse minore, il ragionamento sarebbe ancor più stringente.



7. In un primo tempo l’Istat aveva indicato in +0,9% l’aumento nel comparto comunicazioni. Il peso delle voci che hanno subito la manovra Telecom è pari in tale ipotesi al 60% di 10.997, cioè a 6.598. Ma se in un capitolo che pesa 31.957 tutto è rimasto fermo tranne una quota,6.598 e in media il rialzo è di 0,9%, allora si deduceva che quel 6.598 fosse salito di 4,35%. Il dato ufficiale rileva ora un abbassamento dello 0,2% nella voce comunicazione; dobbiamo dedurre quindi che la prima rilevazione era sbagliata oppure una diversa indicazione dei pesi forniti da Telecom.



8. L`istat ha dichiarato che i pesi delle relative tipologie di chiamate sono forniti a inizio anno da Telecom Italia; l`Authority TLC ha dichiarato che in base al loro paniere, con i pesi forniti da Telecom Italia, la manovra è a saldo zero per le famiglie; Telecom Italia ha dichiarato che i numeri forniti all`Authority sono corretti e che l`Istat potrebbe avere dei pesi diversi, legati all`intera collettività.



L’Intesa dei Consumatori,riservandosi ulteriori azioni di tutela dei consumatori, attende i dovuti chiarimenti e attacca l’Istat: se non è in grado di fare correttamente i conti, che venga allora commissariata, nell’interesse di tutti i cittadini!




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