Il grave errore dell’Istat finisce sul tavolo della magistratura. L’Intesa dei consumatori, infatti, ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si ipotizzano i reati di abuso d’atti d’ufficio, falsità materiale e ideologica in atti pubblici e turbativa di mercato.
L’Istituto nazionale di statistica, oggi, ha inoltre rifiutato di ammettere i tecnici dell’Intesa dei consumatori al controllo dei documenti relativi al tasso di inflazione di gennaio 2003 e degli altri mesi del 2002, come richiesto dalla stessa Intesa.
Nella sua denuncia l’Intesa dei consumatori chiede il sequestro cautelare di tutti i files relativi al dato sull’indice dei prezzi al consumo di gennaio 2003 e degli altri 12 mesi del 2002 presenti nei pc degli uffici dell’Istat.
L’Intesa ha chiesto inoltre alla magistratura l’allontanamento dei funzionari Istat responsabili dell’errore e la sospensione cautelativa immediata degli stessi dalle proprie funzioni. Entrambi i provvedimenti, sostengono ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI, si rendono necessari per evitare che prove di eventuali errori o manipolazioni possano essere nascoste o inquinate, arrecando così ulteriore danno ai consumatori italiani.
L’Intesa ha infine diffidato il Presidente del Consiglio Berlusconi a commissariare immediatamente l’Istat a seguito del grossolano errore compiuto nel calcolo del tasso d’inflazione di gennaio, sottolineando la necessità di aprire un’inchiesta per far luce sull’intera vicenda.