L’Intesa dei consumatori replica alle affermazioni di oggi del presidente Istat Luigi Biggeri, secondo cui ?se il tasso di inflazione fosse più alto non solo non ci sarebbero i soldi per arrivare a fine mese ma neanche per uscire da casa“.
Biggeri forse dimentica, sostiene l’Intesa, che le famiglie già da qualche tempo fanno fatica ad arrivare a fine mese, e molte di queste sono costrette a tirare la corda al punto da ? come dice lo stesso Biggeri ? non uscire più di casa, nel senso di limitare drasticamente le spese. Non solo.
L’Italia da popolo di formiche (cioè di gran risparmiatori), si è trasformata in popolo di cicale, costrette a indebitarsi fino all’osso presso banche, finanziarie e parenti proprio perché lo stipendio non basta a far fronte agli aumenti di prezzi e tariffe che si sono scatenati subito dopo l’introduzione dell’euro, aumenti che continuano a registrarsi.
E’ quindi vero che sulla base dell’inflazione registrata dall’Istat la spesa annuale per famiglia aumenterà di 750 euro, continua l’Intesa, ma è altrettanto vero che, sulla base dell’inflazione reale, cioè quella che vediamo ogni giorno nei negozi e sui banchi dei mercati, e che l’Istat non rileva, la maggior spesa sarà di almeno il doppio, ossia 1.500 euro all’anno. E non ci rifili Biggeri la solita solfa della differenza tra inflazione percepita e quella reale, sostengono le 4 associazioni, perché oramai i consumatori, grazie anche alle associazioni che li rappresentano, hanno imparato a valutare razionalmente gli aumenti di prezzi e tariffe.
Il fatto poi che negli Usa il paniere venga modificato ogni 12 anni non giustifica certo l’enorme differenza tra inflazione percepita ed inflazione reale.