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Inflazione, l’Istat si corregge “Ad agosto non e’ scesa: 4,1%”

  ROMA – L’illusione che l’inflazione rallentasse la corsa è svanita. L’Istat ha corretto ieri i dati preliminari che la davano in discesa al 4 per cento. Non c’è stata nessuna marcia indietro: l’aumento del livello generale dei prezzi rimane inchiodato al 4,1 per cento, come a luglio. Ai massimi dal giugno 1996. E il carovita inizia sulla tavola degli italiani, tanto che il premier Berlusconi propone che ai produttori vengano concessi "spazi di vendita nei supermercati", mentre annuncia una campagna per sensibilizzare le famiglie a consumare beni "italiani". Una risposta agli allarmi che arrivano dalle associazioni dei consumatori, pronte a uno sciopero della "pagnotta" il 18 settembre e da parte dei sindacati, che chiedono una convocazione da parte del governo e che considerano l’inflazione programmata all’1,7 per cento "irrealistica". E certo non una base sulla quale discutere di rinnovi contrattuali.  Spaventano i conti del Codacons, che teme una maxi-stangata da 1.700 euro a famiglia, mentre Federconsumatori e Adusbef chiedono al governo di intervenire su prezzi e tariffe e sull’Iva. E sono di nuovo pane e pasta a guidare la lista dei rincari, tanto che la Coldiretti calcola che le famiglie quest’anno spenderanno 3,4 miliardi in più rispetto al 2007 solo per questi beni. Il settore, d’altra parte, è sotto i riflettori dell’Antitrust e di Mister Prezzi. L’Autorità guidata da Catricalà chiuderà entro fine novembre l’istruttoria aperta sul settore della pasta a ottobre 2007 per un’ipotesi di "cartello" sui prezzi, mentre il Garante dei prezzi, Antonio Lirosi, sta per avviare accertamenti, con la collaborazione delle Fiamme Gialle, sulla filiera dei cereali. Aumenti, quelli di pane e pasta contestati dalla Federazione italiana panificatori che parla di "demagogia" e contesta i dati, sostenendo che da inizio anno il pane è rincarato solo del 3,2 per cento. Ma se pane e pasta lievitano, cambiare dieta non sembra risolvere molto: i prezzi della carne salgono del 4,2 per cento, il latte va su dell’11 e la frutta fa registrare un più 7,5 per cento. Comunque secondo la Confederazione italiana degli agricoltori, le abitudini alimentari degli italiani stanno cambiando e sono sempre di più quelli che tagliano sulla spesa. "Il caro-prezzi – denuncia la Cia – taglia i consumi alimentari del 60 per cento delle famiglie, mentre il 35 per cento si trova costretto a rinunciare alla qualità dei prodotti". Il risultato? "La spesa media mensile alimentare supera ormai i 470 euro". Costoso mangiare, ma anche vivere. L’inflazione tarata sui soli beni a più alta frequenza d’acquisto (alimentari, affitto, trasporti, tabacchi, carburanti, servizi di ristorazioni, spese per la casa) segna ad agosto più 5,7 sull’anno. Meno di luglio (6,1), ma solo perché è sceso il prezzo del petrolio e dunque quello dei carburanti, che lo scorso mese hanno rallentato dopo una lunga fase al rialzo: la verde è scesa del 4,2 per cento sul mese, Il gasolio il 4,9% sul mese. Per tutte le altre voci continua invece il rally, con un balzo del 40,7 per cento dei trasporti aerei.

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