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INFLUENZA: NO ALLA VACCINAZIONE DI MASSA







Si riaccende la polemica sul vaccino anti-influenza. Ogni anno, medici ed esperti del settore invitano i cittadini a vaccinarsi contro il solito virus alle porte che determinerà febbre, mal di gola, dolori muscolari, ecc. E ogni anno i numeri circa le persone che subiranno il contagio aumenta: per il 2003 si parla addirittura di 1 italiano su 6 costretto a letto dall’influenza.
Tuttavia le nefaste previsioni vengono puntualmente smentite dai fatti: il numero di ammalati è sempre sensibilmente inferiore rispetto a quello previsto e addirittura lo scorso anno il vaccino si rivelò sbagliato, determinando uno spreco di denaro non indifferente. Ma l’invito incondizionato a vaccinarsi risponde a delle esigenze ben precise, quelle dell’industria farmaceutica, che mette con un certo anticipo sul mercato il vaccino antinfluenzale, e che non può certo rischiare un flop di vendite che arrecherebbe alle stesse ingenti danni economici.

Il Codacons si oppone con forza alla vaccinazione di massa a tutti gli italiani e minaccia di denunciare per procurato allarme tutti coloro che propaganderanno tale vaccino – anche legandolo al rischio Sars – oltre ai casi previsti dal Ministero della Salute.

Si dice inoltre che la vaccinazione antinfluenzale è del tutto innocua. E questo non è del tutto esatto: si consiglia di non farla nelle donne nei primi 3 mesi di gravidanza (il che significa che qualche danno nei tessuti ?delicati? possono sempre provocarlo), è sconsigliata nelle persone che hanno allergia alle uova (dato che la coltura dei virus inattivi avviene nelle uova) e negli anni 70 e 90 negli USA furono segnalati decine di casi di una potenzialmente grave (anche fatale) infiammazione acuta di numerosi nervi (polinevrite acuta o sindrome di Guillain-Barré) nel corso di una massiccia (decine di milioni di persone) campagna di vaccinazione antinfluenzale.

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