Lo sciopero della spesa e dell’auto indetto dall’Intesaconsumatori, viaggia ormai su diversi canali multimediali e raggiunge migliaia di persone tramite cellulare e internet. Da giorni si sta infatti diffondendo un sms e un’e-mail che da una parte all’altra dell’Italia attraversa i telefonini e i personal computer dei consumatori italiani. Un passaparola per ricordare ai cittadini la forma di protesta indetta da Intesaconsumatori per manifestare contro il caro-vita: PREZZI ALTI? NO CUMPRA’! 16 SETTEMBRE SCIOPERO DELLA SPESA, PASSAPAROLA!
Questo il simpatico testo che a quanto si apprende sarebbe nato da un pensionato di Acilia che da anni segue le battaglie dei consumatori. Un sms che si sta espandendo a macchia d’olio e che potrebbe aver già superato il milione di invii. Intesaconsumatori invita tutti i cittadini italiani a diffondere il più possibile questo sms e la simile e-mail attraverso il passaparola.
Per ora sembrano essere proprio le massaie le vere protagoniste di questa diffusione massiccia pro-sciopero, attraverso un elevatissimo numero di sms inviati ad amiche, a colleghe, addirittura a conoscenti.
Per ciò che concerne le e-mail invece, sono gli studenti i soggetti più attivi e questo, secondo l’IntesaConsumatori, è rilevante in quanto i giovani sembrano prendere coscienza di una situazione che li coinvolge in prima persona e che va arrestata prima che assuma contorni ancor più preoccupanti.
Sapere di poter contare, commenta l’Intesa, su un nutrito numero di affezionati che si adopera per far valere la propria voce e per appoggiare un’iniziativa importante e sacrosanta come lo sciopero della spesa e dell’auto, è il primo riconoscimento al nostro lavoro a servizio dei consumatori e deve suonare già come un campanello d’allarme per le istituzioni che poco o niente stanno facendo per raccogliere le istanze e il malcontento sociale dei cittadini.
Sempre in materia di caro-vita ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI giudicano insufficiente l’iniziativa ?Spesa amica? annunciata oggi da Confesercenti, che terrà bloccati i prezzi di un paniere di beni fino al 31 dicembre.
Allo stato attuale non basta più bloccare i prezzi – commentano le 4 associazioni – ma occorre una loro sensibile riduzione per salvare il potere d’acquisto delle famiglie, sulla base del modello francese che oltralpe sta dando buoni frutti e sta aiutando in maniera concreta i consumatori.