ROMA. Adesso è ufficiale. Dopo i maiali, anche le mucche irlandesi sono risultate contaminate dalla diossina. A mettere fine alle incertezze ci ha pensato ieri mattina la tv Rte che, citando fonti del governo, ha reso noto come alcune mandrie di bovini che avevano mangiato lo stesso mangime contaminato dei maiali erano risultate positive ai test. Notizia confermata dal ministro dell’Agricoltura di Dublino, Brendan Smith, che ha comunque voluto rassicurare l’opinione pubblica. «I rischi sono molto bassi e non ci attendiamo ci siano conseguenze», ha spiegato Smith assicurando che ogni mucca con livelli di diossina superiori a quali previsti dalla legge «sarà tolta dalla catena alimentare e dal mercato». Intanto in Italia continuano gli accertamenti sulle 89 partite di carne suina importate dall’Irlanda lo scorso settembre 42 delle quali, stando alle cifre fornite dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, sono già state sequestrate. La possibilità che la contaminazione da diossina non riguardasse solo i suini irlandesi ma anche le mucche era stata ventilata già lunedì ma ieri Dublino ha confermato al notizia anche alla Commissione europea, pur garantendo che i rischi per la salute sono limitati. «Su 11 allevamenti di bovini testati dove era stato consumato il mangime infetto, solo in tre i capi sono risultati contaminati», ha spiegato Smith. Per il responsabile dell’agricoltura irlandese non esisterebbero però rischi per la salute dei consumatori. I livelli di diossina trovata nella carne dei bovini – ha infatti spiegato il ministro – è infatti due o tre volte superiore al livello legale, contro quello di 200 volte superiore trovato nei maiali. E al contrario di quanto accaduto per i suini non ci sarà dunque nessun ritiro della carne bovina dai supermercati. Le mandrie infette verranno comunque abbattute. Il comportamento tenuto dall’Irlanda in questa vicenda, e soprattutto l’immediata trasmissione dei risultati dei test alla Commissione europea ha soddisfatto per ora Bruxelles. Nina Papadoulaki, portavoce della commissaria europea alla sanità Androulla Vassiliou, ha confermato come la Commissione europea sia «soddisfatta delle misure prese» dall’Irlanda. La stessa Papadoulaki ha poi spiegato come, proprio grazie al sistema di tracciabilità europeo sia possibile risalire a ogni animale a rischio lungo tutta la catena alimentare. Il che dovrebbe garantire ulteriormente i consumatori nell’acquisto di bistecche. In Italia intanto continuano i controlli, con veterinari e carabinieri dei Nas impegnati nel dare la caccia alle partite di carne suina importate dall’Irlanda. Per ora le partite sequestrate sono state 42 su un totale di 89 importate, e di queste 23 sono state trovate in Lombardia, una in Calabria, una in provincia di Trento, 8 in Emilia, 6 in Veneto, una rispettivamente nel Lazio, in Puglia e in Basilicata. Proseguono, ma senza sequestri, i controlli dei Carabinieri del Nas in Friuli Venezia Giulia. I militari l’altro ieri avevano controllato 11 supermercati nelle province di Udine e Gorizia, senza riscontrare anomalie. Non sono ancora stati avviati invece, al momento, controlli sulle carni bovine, in attesa di indicazioni dal comando generale dei Nas. Nessun rischio neanche per il pranzo di Natale e Capodanno. Ieri il Codacons ha invitato i consumatori a non acquistare zamponi e cotechini, sostituendoli con altri tipi di carne, anche se il sottosegretario alla salute Francesca Marini ha smentito l’esistenza di rischi: «Questi prodotti – ha spiegato – vengono lavorati diversi mesi prima della commercializzazione. E quelli sul mercato provengono da carni lavorate prima del 1 settembre, cioè la data stabilita dall’Unione europea dopo la quale c’è il rischio contaminazione».