Nel diffondere gli ultimi dati dell’indice dei prezzi al consumo, l’Istat ha confermato una discesa dell’inflazione nel mese di gennaio 2003. Ma all’interno di tale discesa del costo della vita ci sono dati che non convincono. L’Istat ha affermato, diffondendo i tassi mensili, che l’inflazione è ferma al 2,7 per cento rispetto al 2,8 per cento del mese precedente. Il contributo maggiore di tale discesa del caro-vita è da attribuire al capitolo ?servizi sanitari e spese per la salute? che registra un consistente calo mensile (- 1,5 per cento), dovuto alla diminuzione della voce medicinali, il cui tasso tendenziale scende dal 3,1 per cento di dicembre al ?0,1 del mese corrente. Lo scorso anno, infatti, nel mese di gennaio si registrò un forte aumento mensile (+1,7 per cento).
Peccato che il calo delle medicine, derivante dal decreto 20 dicembre 2002 emanato dal ministero della Salute recante: ?La riclassificazione dei medicinali ai sensi dell’art.9,comma 2 e 3 del decreto legge 8 luglio 2002,n.138? , sia entrato in vigore il 16 gennaio 2003 il quale, per effetto della normativa Istat, descritta da ?Metodi e Norme?, serie A-n.30,n el numero ?Indici dei prezzi al consumo?, non possa essere conteggiato nel mese di gennaio.
Recita infatti la normativa Istat che sembra sia stata sempre applicata,a pag. 19: ?Nel quadro delle periodicità così stabilite, riferimenti fissi sono previsti per la rilevazione degli affitti delle abitazioni i cui livelli devono essere registrati tra i giorni 1 e 5 dei mesi prima indicati e per i prezzi dei prodotti e servizi comunque amministrati, da rilevare obbligatoriamente al 15 di ogni mese?. ?Le ragioni di tale rigidità ? spiegano le norme Istat – sono da ricercarsi per gli affitti delle abitazioni, nella opportunità di lasciare ai Comuni margini di tempo per procedere nei termini alla rilevazione dei prezzi di altri beni e servizi e, per quelli sottoposti a regime amministrato, perché la modificazione del prezzo avviene ad una data puntuale stabilita con provvedimento amministrativo ed è da evitare l’eventuale problema che alcuni Comuni la considerino in un mese ed i rimanenti in un altro?.
Non ci sono dubbi di sorta: il calo dei medicinali doveva essere conteggiato nelle rilevazioni dei prezzi successivi al 15 gennaio 2003 per rispettare, sia la normativa Istat vigente che il decreto del Ministero della Salute, trasmesso alla Corte dei Conti ed entrato in vigore il 16 gennaio 2003. Ma la dirigenza Istat, non confermata né revocata entro il 7 febbraio 2003, quindi appesa ai desiderata del Governo, è più realista del Re: ha forse conteggiato nel mese di gennaio il calo dei medicinali che doveva conteggiare a febbraio per anticipare la discesa dell’inflazione di quello 0,1 per cento, che permette di invertire una costante tendenza al rialzo registrata nel corso del 2002?
Guarda caso: il calo dei medicinali dello 0,3 per cento rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente (gennaio 2002), dell’1,3 rispetto al mese precedente (dicembre 2002), equivale ad uno 0,1 per cento (il peso dei medicinali è pari a 29206 che rapportato al calo mensile somma 0,1 per cento) che ha consentito di invertire la rotta al carovita, che non aumenta più, ma scende !
Non vorremmo scoprire -scrivevano le associazioni dell’Intesa per commentare la mancata conferma o revoca del prof. Biggeri nel Consiglio dei Ministri del 7 febbraio 2003 – tra i tanti miracoli mancati del Governo Berlusconi, che tra qualche mese ci possa essere una moltiplicazione surrettizia del PIL o di altri dati statistici, evocando la parabola evangelica della moltiplicazione dei pani e dei pesci?
L’Intesa, che ha inviato oggi stesso una comunicazione formale all’ISTAT, chiede di sapere se aver conteggiato il calo dei medicinali nella prima quindicina di gennaio, sia un errore tecnico che deve essere spiegato e tempestivamente corretto, oppure una vera e propria manipolazione statistica che scredita l’Istat, ma che danneggia soprattutto i cittadini. Aspettiamo risposte chiare, convincenti ed esaurienti prima di presentare un circostanziato esposto alla Magistratura.