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ISTAT: INUTILE CAMBIARE QUALCHE VOCE DEL PANIERE





Il restyling del paniere di beni Istat su cui si calcola l’inflazione viene bocciato da Intesaconsumatori.

?Non capiamo a cosa serva aggiungere o togliere una manciata di voci ? affermano Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori ? quando i problemi veri del paniere riguardano le modalità delle rilevazioni dei prezzi e i pesi assegnati a ciascuna voce?.

Entrando nel merito dell’aggiornamento del paniere ? prosegue l’Intesa ? si poterebbe obiettare che ha poco senso far uscire beni ancora largamente acquistati dagli italiani, come provolone, caciocavallo, bigiotteria, e noleggio vhs, per sostituirli con voci che non riguardano certo la generalità dei consumatori come pasta filata, formaggio stagionato di produzione locale, latte in polvere per neonati (che – sottolineano le associazioni – è uno dei pochi prodotti che ha visto calare il prezzo proprio grazie alle denunce dei mesi scorsi di Intesaconsumatori), apparecchio ortodontico, bed and breakfast.

Al di là di queste osservazioni ? proseguono Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori – la questione fondamentale, e sulla quale insistiamo, è quella di modificare ed aggiornare in termini più attinenti alla realtà i pesi adoperati nel paniere, migliorare in qualità e quantità l’accuratezza delle rilevazioni territoriali dei prezzi dei beni di largo consumo, e creare panieri diversificati in grado di rappresentare meglio la situazione reale delle diverse categorie di consumatori.

Solo attuando queste modifiche ? conclude l’Intesa ? sarà possibile arrivare ad un paniere e a un dato sull’inflazione rappresentativo e credibile, nell’interesse di tutti i cittadini costretti a subire, oltre al danno, la beffa di un tasso mensile di parecchio inferiore a quello reale.








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