Una clamorosa iniziativa della Commissione Europea contro lo Stato italiano dopo una intensa attività di sensibilizzazione svolta in campo europeo dal Codacons, la maggiore organizzazione dei consumatori italiana, rischia di portare ad una condanna pesante dello Stato italiano . Ecco le motivazioni della richiesta presentata per il fatto che la legge italiana non stabilisce in modo chiaro la possibilità di agire in giudizio delle associazioni dei consumatori anche contro chi ?suggerisce? clausole vessatorie, ossia le associazioni delle imprese e professionisti come le famose associazioni delle banche, assicurazioni ecc. che sono quelle che normalmente emettono le circolari dirette ai loro affiliati contenenti le clausole contrattuali da applicare uniformemente a tutti i clienti:
?Pertanto, non si può considerare sufficientemente precisa e chiara la situazione giuridica delle persone e delle organizzazioni legittimate ad agire ai sensi dell`art. 7, n. 3, della direttiva, e non si può ritenere che tali persone ed organizzazioni siano poste in grado di conoscere i loro diritti e, eventualmente, di avvalersene dinanzi ai giudici italiani.Conseguentemente si deve ritenere che la trasposizione in diritto italiano dell`art. 7, n. 3, della direttiva mediante l`adozione dell`art. 1469-sexies c.c. e dell`art. 3 della legge 281/98 non tenga sufficientemente conto dei principi della certezza e della chiarezza del diritto.
Pertanto, la Repubblica italiana ha violato l`obbligo di trasporre tale disposizione.?
L`Avvocato Generale SIEGBERT ALBER, nelle sue conclusioni presentate il 20 settembre 2001 nella Causa C-372/99, Commissione delle Comunità europee contro Repubblica italiana ha chiesto la condanna dello Stato Italiano in quanto non si può considerare sufficientemente precisa e chiara la situazione giuridica delle persone e delle organizzazioni legittimate ad agire ai sensi dell`art. 7, n. 3, della direttiva, e non si può ritenere che tali persone ed organizzazioni siano poste in grado di conoscere i loro diritti e, eventualmente, di avvalersene dinanzi ai giudici italiani. In un incontro urgente questa mattina al Ministero dell’Industria il CODACONS ha chiesto un immediato intervento di modifica della legge 281/98 per adeguarla alle direttive europee e anche per eliminare l’ipocrita requisito dei 35.000 iscritti che normalmente vengono travasati da associazioni sindacali, o abbonati a riviste, o tenuti in congelatore per anni anche se non pagano le quote. Questo sistema impedisce alle piccole associazioni combattive che vogliono intraprendere una attività di tutela, di utilizzare gli strumenti di rappresentanza e legittimazione in giudizio che la legge 281 assicura solo a chi ha un largo ?consenso? popolare?Così come la legge va modificata nella parte in cui, non consentendo rapporti o pubblicità di imprese commerciali, sembra vietare addirittura l’attività di certificazione dei prodotti migliori per rapporto qualità prezzo, attività questa diffusissima all’estero e tipica ? per l’orientamento che può fornire ai consumatori ? delle associazioni e che non può essere delegata alle trasmissioni televisive per consumatori come oggi avviene.