?Gli italiani si sentono più poveri, soprattutto nel sud e nel centro del Paese. E` questo il dato più significativo che emerge dall`Annuario Istat che ogni anno rileva il polso, la ricchezza e gli umori del Paese. Infatti la percentuale di insoddisfatti è decisamente superiore a quella degli anni precedenti. A dichiararsi “per niente o poco soddisfatto“ della propria situazione finanziaria è infatti nel 2005 il 47,8% degli italiani, un dato in caduta libera rispetto al 44,2% del 2003 e al 40,4% del 2002. In pratica, nel giro di tre anni la fetta di chi giudica deludente la propria situazione è cresciuta di 7 punti percentuali?.
Non c’era bisogno dell’Istat per acclarare una situazione drammatica sotto gli occhi di tutti, eccetto che del governo, che continua a prendere in giro, dopo averle impoverite, milioni di famiglie, con la sindrome della seconda settimana (non più della terza), costrette per la prima volta ad una vita a rate per sopravvivere.
Mentre il Governo dimostra infatti grande sensibilità per monopoli, oligopoli e cartelli bancari, assicurativi, elettrici e del gas, che continuano ad ingrassare i loro fiorenti bilanci sulla pelle dei consumatori, praticando consistenti rincari su prezzi e tariffe, oppure opponendosi a quelle lievi riforme che mettono in discussione i loro privilegi (basti pensare alla mancata riforma delle professioni; alle omesse riduzioni delle accise sui carburanti; alla doppia Iva al 10 ed al 20 per cento sul gas da riscaldamento e da cottura; alla mancata apertura delle benzine e dei farmaci da banco alla grande distribuzione, ecc.), maltratta e vilipende milioni di famiglie con politiche economiche a doppia velocità infischiandosene delle esigenze di mera sopravvivenza.
Il Governo risponde subito alle pressioni delle lobby dei benzinai, che minacciando scioperi dei distributori ottengono il blocco della vendita dei carburanti nella grande distribuzione; asseconda immediatamente gli interessi delle banche e delle assicurazioni che praticano prezzi e tariffe proibitive e più elevate del mondo taglieggiando i consumatori; favorisce i desiderata della corporazioni organizzate dei commercianti, che hanno contribuito ad impoverire milioni di famiglie con gli allegri aumenti dei prezzi; ma non si degna di ascoltare le rappresentanze dei consumatori, che negli ultimi 5 anni hanno inoltrato quotidiane quanto inascoltate denunce su un impoverimento progressivo del 90 per cento dei cittadini, che incide sul Pil e sugli stagnati consumi.