Due ragazzi di 26 e 25 anni sono morti ieri vicino Terni dopo una lancio da un ponte alto un centinaio di metri mentre praticavano il base-jumping, la caduta libera assicurata da una fune elastica.
Dalle prime indagini dei Carabinieri pare risulti intatta la corda che li legava al ponte, mentre la causa più accreditata della tragedia sembra attribuibile al cedimento dei moschettoni che li teneva legati alla corda elastica del jumping.
Il CODACONS ha inviato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Terni, alla quale chiede di indagare per omicidio colposo. Se infatti dovesse essere accertata la rottura dei moschettoni, potrebbe configurarsi una responsabilità penale nei confronti di chi non ha assicurato la validità e la sicurezza delle attrezzature.
Il base jumping, continua il CODACONS, è una pratica pericolosissima e ritenuta illegale in molti paesi europei e non. L’associazione chiede quindi che venga vietata ogni forma di jumping anche in Italia poiché non si tratta, come molti pensano, di uno sport estremo, ma solo dello sfogo di aspiranti suicidi.