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La benzina vola alto

Il pieno di un`auto di media cilindrata costa ormai quasi 78 euro. Non c`è più speranza per i consumatori: i rincari dei prezzi dei carburanti non danno tregua. Benzina e gasolio, spinti dal caro greggio, sono vicini alla soglia di 1,60 euro al litro. Manca poco, qualche spicciolo. Chi ha fatto scattare gli ultimi aumenti è stata l`Agip, la compagnia del gruppo Eni. Ieri, in alcune pompe di benzina, il prezzo di verde e diesel segnava 1,558 euro al litro. A pesare sull`andamento del costo dei carburanti sono le quotazioni del petrolio, che venerdì, complice l`indebolimento del dollaro, hanno raggiunto un nuovo record, superando i 147 dollari al barile, un livello mai raggiunto prima. A spingere le quotazioni ci pensa la speculazione finanziaria. Basti pensare che, secondo una recente indagine del Congresso degli Stati Uniti, il 71% degli scambi relativi a titoli petroliferi è di natura prettamente finanziaria, quando solo otto anni fa non superavano il 37%. L`allarme lo ha lanciato pochi giorni fa il presidente dell`Autorità per l`energia Alessandro Ortis, pronto a essere silurato dalla Lega nord: “Il valore dei futures negoziati – ha affermato – corrisponde a più di 2 miliardi di barili/giorno, mentre la produzione fisica di petrolio è 25 volte inferiore“. Se non ci fossero stati squilibri tra domanda e offerta questo fenomeno non si sarebbe sviluppato. Colpa per Ortis anche dei paesi Opec che “non investono in nuova capacità per timore di contrazione dei margini“. Intanto, di fronte ai nuovi rincari, sono sul piede di guerra le associazioni. Adusbef e Federconsumatori ritengono sia venuto il tempo di dire basta ai tentennamenti e chiedono al governo di bloccare subito il carico fiscale che ha procurato all`erario solo nell`ultimo anno 2.100 miliardi di euro in extragettito a causa dell`aumento di 3 cent per la benzina e di 6 cent per il gasolio dell`iva. “Per i pieni (due al mese) – sottolineano – si spendono per i carburanti oltre 310 euro in più all`anno“. In particolare, le due associazioni invitano a bloccare il carico fiscale attraverso la cosiddetta “accisa mobile“: uno strumento che contrasti automaticamente l`aumento dell`Iva quando il prezzo del petrolio si impenna. “Bisogna – aggiungono- diminuire l`accisa di 3 e 6 centesimi rispettivamente per benzina e gasolio, liberalizzare per decreto la rete di distribuzione aprendo anche alla grande distribuzione e ampliando così le pompe bianche, dove si possono realizzare risparmi per 6-7 centesimi al litro“. Chiedono, infine, di vigilare sia sulla doppia velocità del prezzo, sia sul differenziale esagerato (4-5 centesimi) tra i nostri prezzi e quelli europei. Anche il Codacons, reclama l`apertura di pompe di benzina negli ipermercati di tutta Italia. Il caro greggio ha fatto esplodere il costo dei trasporti e messo così in discussione un principio base della globalizzazione: si consumano i prodotti realizzati dove costa meno. “Oggi è venuto invece il momento di sviluppare la produzione vicino ai luoghi del consumo per motivi economici e ambientali, sia nei paesi poveri che in quelli ricchi“. A sostenerlo è la Coldiretti, che ha presentato uno studio in collaborazione con Swg, “L`opinione degli italiani sull`alimentazione“. Mangiare prodotti locali a “chilometri zero“ significa risparmiare e combattere l`inflazione, perché i cibi di stagione non subiscono troppe intermediazioni e non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole. Un pasto medio percorre, infatti, più di 1.900 km su camion, nave o aereo. “Scegliendo i prodotti locali si salva l`ambiente“ ha precisato la Coldiretti, secondo cui il consumo di prodotti locali sta aumentando: li acquistano il 97% degli italiani e due su tre dichiarano di comprarli con regolarità. Dai dati dello studio emerge che i costi di trasporto incidono per quasi un terzo sul prezzo dei prodotti che in Italia viaggiano per l`86% su strada. Anche per questo, con il sostegno di Coldiretti, è stata approvata in Veneto la prima legge regionale a sostegno dei cibi a “chilometri zero“ che sancisce la preferenza ai prodotti locali in mense, ristoranti e grande distribuzione.

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