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LA CRISI DEL DISCO? LA PAGA LA COLLETTIVITA`!












E’ ancora polemica sui prezzi dei cd. In un recente incontro tra il Ministro dei beni culturali Urbani, la Fimi e Caterina Caselli (perchè mai poi quest’ultima??) è stato valutato l’abbassamento dell’Iva sui dischi del 10%, credendo che questa possa essere la soluzione alla crisi della discografia che, purtroppo, sta uccidendo la musica. In realtà questa soluzione finirà solo per aggiungere altri problemi ai consumatori: lo sgravio dell’Iva, infatti, su chi ricadrà? Ma logicamente sulla collettività, uscendo dalla porta e rientrando da chissà quale altra finestra! Invece di prendere decisioni che vanno ad unico vantaggio dei discografici, che poi erano l’unica parte ascoltata all’incontro, Urbani avrebbe fatto bene ad invitare anche i consumatori e sentire il loro punto di vista, dato che i soldi per l’acquisto dei cd escono dalle tasche di questi ultimi. Addirittura ridicola, per ADUSBEF e CODACONS, l’idea di presentare un progetto di legge sulla musica popolare, con norme per la defiscalizzazione degli utili. Quanti cd di musica popolare si vendono in Italia all’anno? 10, 100, 1000?

L’origine della crisi del disco è da attribuire esclusivamente ad una politica suicida delle case discografiche che, invece di ridurre i prezzi dei cd per aumentare le vendite, fanno esattamente il contrario. Ossia: meno vendono e più alzano i prezzi!

A questo punto non vi è altra soluzione: Codacons e Adusbef invitano i giovani (e non solo) a scioperare, astenendosi dal comprare cd finchè non si prenderanno provvedimenti seri in materia. Le due associazioni, provocatoriamente, invitano i consumatori di musica a registrare le canzoni direttamente dalla radio su casetta, ponendo in essere una sorta di pirateria casalinga legalizzata!

Adusbef e Codacons ricordano poi che mai all’estero le major discografiche hanno avuto l’appoggio delle istituzioni per uccidere la musica, come invece pare stia accadendo in Italia. Al contrario negli altri paesi il costo dei cd è sensibilmente più basso e maggiori sono i vincoli della case discografiche.

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