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La crisi spinge le Poste. In un mese boom di libretti

In casa. Nascosti. Sotto il mattone. O comunque messi in posti dove la crisi non li possa trovare. I risparmiatori veneti corrono ai ripari. Dopo gli ultimi cali della Borsa la necessità sempre più stringente è di salvaguardare quello che si ha, tenendo un po’ più di contante in casa o rifugiandosi in forme di risparmio percepite a rischio zero. Non a caso in poco meno di tre settimane il risparmio affidato alle Poste è l’unico che può vantare percentuali di aumento a tre cifre: dalla fine di settembre i conti correnti delle Poste sono cresciuti del 36%, i libretti del 120%, mentre i beni fruttiferi del 280 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I dati sono stati illustrati dall’amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi, ieri, in un’intervista al «Mondo» e il Veneto è una delle regioni che detta questo trend, con un aumento dei beni fruttiferi in alcuni casi perfino superiore al 280 per cento. «Gli italiani — spiega Sarmi — disorientati dalla crisi finanziaria scelgono prodotti praticamente a rischio zero. La crescita record è l’effetto indiscutibile della sempre più forte percezione di affidabilità verso Poste Italiane». Il motivo, infatti, è chiaro: in un momento di massima incertezza economica, i risparmiatori vogliono avere denaro a disposizione in tempi rapidi, con un interesse dal 2.70% al 2.85% (per i libretti minori), superiore a quello dei Bot.  Conferma il momento Franco Conte, responsabile regionale del Codacons: «La gente vuole avere a disposizione più denaro in contante da tenere in casa per qualsiasi evenienza. Per quello può capitare che in banca ci sia meno disponibilità. Il sistema bancario è saldo, dalle banche centrali, per far fronte al momento, stanno arrivando "fiumi" di denaro. Penso però si debba evitare la psicosi del possesso della banconota in casa. Vorrei permettermi anche una battuta, per sdrammatizzare: non cerchiamo di riempire le case di denaro, perché le renderemo bersaglio più facile per i ladri. Le rassicurazioni dell’Europa e del governo devono bastarci per mantenere la calma».  Ma se il Codacons assicura non ci siano difficoltà di liquidità delle banche, non pochi risparmiatori cominciano a lamentare la mancanza di contante alla richiesta di poterlo prelevare dal proprio conto. Un problema che non c’è per le banche, visto che la liquidità è garantita dallo Stato: «è vero che le banche stanno più attente nei confronti di chi prima aveva problemi di scoperto e meno volentieri gli vanno inc ontro — spiega Umberto Baldo, responsabile regionale di Uil Banca — ma è escluso che qualcuno possa avere problemi quando va a prelevare soldi. Chiunque chieda fino a cinquemila euro dal suo conto ha diritto di prelevarli. E se la banca glieli nega può tornarci con i carabinieri e pretendere i suoi soldi

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