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La Gdo rilancia lo stop ai prezzi

GENOVA Stop al prezzo, ma per i piccoli negozianti senza boom nelle vendite: contenti del ritorno di immagine con i clienti abitua-li, ma con le casse e i portafogli pressochè identici a prima. Forse perché “ colpiti“ da una politica di marketing attuata molto in sordina dalla Regione, ben più della grande distribuzione in grado di finanziare proprie campagne promozionali, . è un bilancio soddisfacente solo in parte quello stilato dall`universo del commercio ligure a conclusione della prima tranche di “Stop ai prezzi“,l`iniziativa varata dalla Giunta Burlando e sottoscritta da Coop Liguria, Basko, Conad, Confesercenti (ma non Confcommercio) e 11 sigle di consumatori. Proseguita dal 28 aprile al 31 agosto, l`operazione è stata appena prorogata fino al 30 novembre. Se supermercati e iper hanno registrato un forte incremento nelle vendite dei prodotti in calmiere – va dal 14% (Conad) al 30% (Basko) –i 230 piccoliesercizi che hanno aderito alla campagna sorridono meno: in quattro mesi l`aumento è stato talmente irrisorio da non essere rilevabile. “Vero è – dichiara Andrea Dameri, funzionario di Confesercenti – che i consumatori, quando hanno acquistato, hanno scelto i prodotti a prezzo bloccato, ma la crisi è ormai a tali livelli che il rapporto tra potere d`acquisto e merce comprata resta invariato“. Un`iniziativa importante, quindi, ma arrivata in una fase in cui “il limite era già stato oltrepassato“. Come dire, una goccia nel mare. La Regione dal canto suo si è impegnata a garantire maggiori investimenti pubblicitari rispetto alla prima fase, quando sono emersi non pochi limiti in termini di promozione dell`iniziativa. “Molte volte è capitato – dice Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti Liguria – che i consumatori entrassero nel negozio e scoprissero solo allora, un po` per caso, vedendo il logo “stop al prezzo“ accanto al prodotto, che era in corso una promozione. Segnale che l`informazione poteva essere migliore“. Pienamente raggiunto invece l`obiettivo della fidelizzazione della clientela. Ragion per cui tanto la grande e la media (150 strutture in Liguria) quanto la piccola distribuzione hanno deciso di mantenere il blocco per altri 3 mesi. Alimenti di largo consumo come olio, pasta, pane, conserva di pomodori, succhi di frutta, biscotti, latte, salumi e prodotti surgelati appartenenti alle cosiddette “private label“, cioè non di marchi famosi ma di garantita qualità: 75 prodotti della grande distribuzione, 50 della media e 25 della piccola distribuzione. I supermercati sono più che pronti alla replica. Secondo i dati forniti da Coop Liguria l`aumento nella vendita dei prodotti inseriti nell`iniziativa è stato pari in media al 25%, sia rispetto allo stesso periodo del 2007, sia in rapporto ai mesi immediatamente precedenti il blocco. “Un incremento uniforme in tutte le catene presenti sul territorio, Iper e Coop“, spiega Francesco Berardini, presidente Coop Liguria. Mentre per quanto riguarda i prodotti non inseriti nella campagna si è verificato un calo del 3% nelle vendite. Anche nei 42 punti vendita Basko i numeri sono positivi: “Rispetto allo stesso periodo dell`anno scorso – rileva Antonio Mantero, direttore generale della società ligure – l`aumento dei volumi di vendita è stato in media del 30%, mentre in valore assoluto gli incassi segnano un + 25%. Pur in un momento di contrazione dei consumi e di costi alla fonte sempre più alti, l`operazione ha indotto i clienti a comprare più prodotti di marchio “. A ognuna delle 3 catene l`operazione è costata all`incirca 500mila euro. Intanto tra qualche giorno sarà comunque replicato lo sciopero della spesa, iniziativa lanciata dalle sigle Adisbef, Federconsumatori, Codacons e Adoc, in particolare sul “caro pane“. Mentre il 26, 27 e 28 settembre sbarcherà al Porto Antico di Genova la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Negli ultimi 10 anni il potere di acquisto di una persona con uno stipendio di 1.200 euro è calato del 25% e la spesa di prodotti agro-alimentari incide per il 20%. Ecco perché – aggiunge Stefano Salvetti, presidente Adiconsum Liguria- “gli scaffali con le offerte sono sempre vuoti. Bisogna tutelare le fasce meno abbienti. Il blocco dei prezzi di alcuni beni primari, deciso con l`azione regionale, va in questa direzione“. Il che significa arrivare quasi al 2009 senza scompensi sulla borsa della spesa. Salvo brusche impennate sotto il periodo natalizio. Quando i prezzi tornano ad aumentare. L`IMPENNATA Gli iper e i supermercati hanno registrato fra il 28 aprile e il 31 agosto un aumento nelle vendite pari al 25 per cento LA DELUSIONE Nei 230 piccoli punti vendita che avevano aderito l`incremento è stato irrisorio: lamentano un`informazione inefficace sulla clientela.

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