Sono oltre 53.000 i bambini cinesi sottoposti a cure per aver bevuto latte in polvere contaminato. L’alimento ha già provocato la morte di quattro neonati e ben 104 sono in gravi condizioni. La paura del latte al veleno si estende anche al di fuori della Cina e investe direttamente molti paesi asiatici e africani. L’allarme è scattato anche in Italia e oggi si svolgerà un vertice ad hoc convocato dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Parteciperanno Silvio Biorrello, direttore generale della sicurezza degli alimenti e nutrizione del ministero, e il comandante dei Nas, generale Saverio Cotticelli. Il vertice ha l’obiettivo di definire una strategia per i controlli al fine di scongiurare il rischio di introduzione in Italia di prodotti a rischio. L’ampiezza dello scandalo ha portato alla rimozione del responsabile dell’amministrazione cinese incaricata al controllo di qualità, Li Chamgjiang. Secondo i dati del ministero della Sanità cinese, migliaia di bambini sono sottoposti a cure e controlli sanitari per aver consumato il latte contaminato dalla melamina, una sostanza chimica usata per produrre la plastica, colle e fertilizzanti. Mescolata al latte e alle farine, la melamina fa sembrare più alto il valore proteico ma provoca calcoli e insufficienza renale grave. Il fenomeno si è esteso in varie zone della Cina crendo il panico: a Hong Kong, dove due bambine hanno accusato gravi sintomi, le principali catene di supermercati hanno ritirato dagli scaffali prodotti a base del latte sospetto. E sempre a Hong Kong, la Nestlé ha annunciato il ritiro dal commercio uno dei suoi prodotti, un latte Hht a lunga conservazione, dopo che sono state rilevate tracce di melamina. La Nestlé ha assicurato che tutti gli altri prodotti "sono sicuri". Anche in Giappone è in atto il ritiro di alcune confezioni di latte importato da una delle aziende cinesi coinvolte nello scandalo, la Marudai Foods, azienda con base a Osaka, che ha messo in commercio anche una merendina a base di latte, la "Cream Panda", molto diffusa tra i bambini, potenzialmente a rischio. Le autorità di Taiwan hanno vietato le importazioni di prodotti lattiero-caseari cinesi di qualsiaisi marca. Controlli a tappeto anche nelle Filippine, Singapore, Malaysia, nel Brunei, Bangladesh, nel Gabon e nel Burundi. E in Italia il Cadacons avvisa che l’allarme melamina era stato già lanciato nel 2006 negli Stati Uniti dalla "Food and drug administration". Altre segnalazioni circa la presenza della sostanza nel latte erano stato lanciate nei mesi scorsi in Nuova Zelanda. "Segnalazioni opportunamente occultate per evitare di rovinare l’immagine delle Olimpiadi di Pechino", afferma il Codancons. Infatti tracce di melamina sarebbero comparse non solo nel latte ma anche in biscotti, yogurth, caramelle e dolciumi vari, ingigantendo così l’allarme alimentare e rendendolo di dimensioni globali. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, afferma: "Vogliamo rassicurazioni in favore dei consumatori. Se anche il latte cinese non viene commercializzato in Europa, bisogna da controllare se altri prodotti realizzati col latte alla melamina siano potuti finire negli scaffali dei nostri negozi italiani".