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LA POLTRONA DI CATTANEO VALE PIU’ DI UN PROIETTORE CINEMATOGRAFICO

Non è servito a nulla l’intervento di un’ufficiale giudiziario, recatosi presso la sede RAI di viale Mazzini per l’esecuzione di una sentenza che ha accolto la richiesta del CODACONS e condannato la RAI al risarcimento delle spese processuali di 2000 euro. Oggi doveva essere eseguito il pignoramento della poltrona del direttore generale della rai, ma quella poltrona vale tanto oro quanto pesa: Flavio Cattaneo ha sacrificato un proiettore cinematografico del valore commerciale di 30.000 euro, offrendolo come merce di scambio, pur di non mollare la sua poltrona.
I rappresentanti dell’ Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) commentano: “Ancora una volta – dice l`avv.Rienzi – non fanno servizio pubblico, tolgono agli utenti uno strumento molto più utile della poltrona di Cattaneo e sperperano soltanto denaro “.
La dirigenza RAI, a ulteriore riprova delle male fede in cui opera, pur di non mostrare la famigerata poltrona ha impedito ai giornalisti presenti di entrare all’interno della propria sede per documentare l’accaduto. Tale episodio viola tutte le norme di parcondicio dell’informazione, negando agli utenti l’opportunità e il diritto di essere informati sui fatti.

Inoltre, l’Intesaconsumatori sottolinea con forza che l’attuale CDA RAI sta continuando ad operare ancorché non legittimato.
Infatti, in qualsiasi azienda privata, la sfiducia al consiglio di amministrazione comporta immediate dimissioni con l’esercizio dell’attività ordinaria, per non paralizzarne l’operatività fino alla nomina del nuovo consiglio. Nella più grande azienda che produce informazione come è la RAI, la sfiducia della Commissione di Vigilanza ad un consiglio di amministrazione già monco per le dimissioni del presidente di garanzia, invece di produrre doverose dimissioni con l’espletamento dell’attività ordinaria, produce una sfida al Parlamento ed un inusitato attaccamento alle poltrone.
Poiché dalle ore 14,22 di ieri il Consiglio di Amministrazione della Rai è stato sfiduciato per la sua ?parzialità?, non potrà espletare se non l’ordinaria amministrazione fino alla nomina del futuro consiglio al quale Adusbef, Codacons e Federconsumatori rivendicano di designare un proprio rappresentante, a garanzia dei diritti degli utenti e del pluralismo dell’informazione.
Il Consiglio di amministrazione della Rai a questo punto potrebbe essere ritenuto ?abusivo?, e dovrebbe quindi astenersi da atti di straordinaria amministrazione ed in caso contrario, ai sensi degli artt.1292; 2392,2621 del codice Civile rischierebbe un’azione di responsabilità per gli eventuali danni inferti all’azienda.
Le 3 associazioni hanno quindi inviato una diffida al consiglio della Rai volta ad astenersi da atti che possono nuocere ai consumatori-utenti come le nomine od i trasferimenti di dipendenti e/o giornalisti dalle sedi sia italiane che estere ed una denuncia alla Procura Generale della Corte dei Conti, titolata a monitorare la buona gestione della Rai, specie dalle ore 14,22 del 14 luglio 2004.

AMMINISTRAZIONE

Il Codacons, per conto dell`Intesa Consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) denuncerà il direttore generale della Rai per l`intervista rilasciata ieri al quotidiano “La Repubblica“. Per Cattaneo, infatti, “la sfiducia della Vigilanza è irrilevante“. Una dichiarazione sconcertante. Una dimostrazione di disistima e un atto di sfida per il quale è possibile ipotizzare il reato di vilipendio al Parlamento. Vale la pena ricordare, poi, che la Rai non è cosa sua ma degli italiani (“Io devo proteggere la mia azienda“ ha dichiarato ieri Cattaneo).
Il Codacons, inoltre, ha notificato una diffida alla Rai. L’attuale Consiglio d’Amministrazione è diffidato dal compiere “qualunque atto che esuli dalla ordinaria amministrazione fino al 30 settembre, in quanto ormai privo di legittimità e delle imprescindibili garanzie di imparzialità, pluralismo ed equilibrio politico. Con espresso avviso che, in caso di inottemperanza di quanto sopra richiesto si adiranno le competenti sedi giudiziarie“.
La diffida, ai sensi dell`art. 3 della Legge n. 281/98, si è resa necessaria perché l’attuale CdA, dovendo rimanere in carica solo fino al 30 settembre, ha carattere provvisorio e la sua permanenza è giustificata soltanto dalla necessità di dover assicurare stabilità e garantire l’ordinaria amministrazione fino al suo rinnovo. E` evidente, invece, che la fusione per incorporazione della Rai Radio televisione Italiana S.p.A e Rai Holding S.p.A. che, a norma dell’art. 21 della legge delega n. 112/2004 deve essere completata entro 60 g. dalla entrata in vigore della stessa legge, e la dismissione delle partecipazioni statali mediante offerta pubblica di vendita, da compiere entro 4 mesi dall`avvenuta fusione, rientrano nella straordinaria amministrazione e, dato l’interesse pubblico che rivestono, richiedono equilibrio e imparzialità.
Anche le recenti vicende relative al digitale terrestre dimostrano la necessità di avere al più presto un CdA della Rai al completo, in grado di assumere legittimamente decisioni di lungo periodo.

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