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La procura indaga il giostraio: atti contro la pubblica decenza

La procura di Milano ha messo fine al gioco dell`esecuzione capitale. Ieri pomeriggio il pubblico ministero Antonio Sangermano ha ordinato il sequestro della sedia elettrica a gettoni, attrazione in funzione da una decina di giorni al Luna park dell`Idroscalo. Il giostraio Renzo Biancato è ora indagato per “atti contro la pubblica decenza“, in base all`articolo 725 del codice penale. Il pupazzo in lattice, che si contorce fra grida e fumo artificiale, ha smesso di essere un`attrazione per quei bambini che, a decine, assistevano ogni sera allo spettacolo della morte. Il muletto della polizia di Stato è entrato in azione alle 17: la macchina, coperta da un telo, è stata portata in un capanno all`interno del parco ed è ora affidata in custodia al proprietario dell`area. Biancato, presente al momento del sequestro, ha commentato: “Penso ci siano reati più seri da perseguire, ho ricevuto la solidarietà da giostrai di tutta Italia“. Già ieri mattina aveva contattato un avvocato per capire se c`erano possibilità di continuare a far funzionare la sedia elettrica. E aveva anche ricevuto la visita di alcuni cittadini pronti ad acquistare il pupazzo meccanico al centro della polemica. “Mi hanno fatto diverse offerte – dice Biancato – si sono presentati privati, e anche un gallerista milanese, che si è detto pronto all`acquisto“. Ora la macchina, prodotta a Las Vegas, è sotto sequestro. L`affare slitta, gli appassionati di orrore dovranno aspettare per aggiudicarsi il feticcio. Altra proposta sull`uso futuro dell`apparecchio arriva dall`assessore comunale alle Attività produttive Tiziana Maiolo, da sempre in prima linea nelle campagne per i diritti civili. Per Maiolo, “il manichino meccanico potrebbe anche essere utilizzato per scopi didattici, per mostrare l`orrore della pena di morte“. La decisione della procura segue l`appello del sindaco Letizia Moratti, che riferendosi al macabro gioco aveva parlato di “spettacolo indegno per un Paese che ha lottato contro la pena di morte“, augurandosi “l`interruzione da parte dell`autorità dell`indegno spettacolo“. Alla condanna si erano uniti la Curia milanese e i massimi esponenti del mondo cattolico cittadino, da don Virginio Colmegna, fondatore della Casa della Carità, a don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria. Erano intervenuti anche il presidente della Provincia Filippo Penati, alcuni parlamentari di opposizione, le associazioni contro la pena di morte e quelle dei consumatori. Codacons ieri ha presentato un esposto in procura sulla base della segnalazione di una donna che aveva visto assieme alla figlia di due anni e mezzo il macabro spettacolo. La procura alla fine si è mossa di sua iniziativa, e ha messo fine a una querelle trascinata per 48 ore: nell`incertezza di quale autorità dovesse sequestrare l`apparecchio, mercoledì sera il giostraio aveva annunciato che avrebbe rimosso la macchina. Davanti a una folla di curiosi, all`apertura del parco, la aveva azionata per un`ultima volta, nella speranza che l`auto-censura potesse evitare l`intervento dell`autorità giudiziaria e delle istituzioni. I Radicali, assieme all`associazione contro la pena di morte Nessuno Tocchi Caino e ad Amnesty International, aveva annunciato manifestazioni di protesta al parco divertimenti, poi annullate. Alessandro Litta Modigliani, portavoce del gruppo dei contestatori, appresa la notizia della rimozione ha commentato: “Sono lieto che un gioco a tal punto diseducativo non sia più in circolazione, ma ancora mi chiedo come abbia potuto suscitare attrazione e divertimento“.

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