Il mondo economico vicentino scende in campo per salvare l`aeroporto. L`appello è contenuto in una lettera inviata al premier Silvio Berlusconi, al ministro della Difesa Ignazio La Russa, al ministro dei Trasporti Altero Matteoli e ai vertici dell`Enac, l`ente che sovrintende l`aviazione civile. Messo a punto dall`amministratore della società Aeroporti Vicentini, Mario Martello, il testo sta facendo il giro delle categorie economiche, a partire dalla Camera di commercio, che è il socio di maggioranza della Spa che gestisce lo scalo berico. Al documento stanno aderendo Industriali, Artigiani, Apindustria. Altre adesioni sarebbero in fase di raccolta. Nella missiva si chiede il mantenimento della pista e dell`attività di volo nella sua strutturazione attuale. Questo per garantire, viene sottolineato, anche gli investimenti che sono stati fatti. La stessa lettera, con qualche leggera modifica – annuncia Martello – è stata già sottoscritta anche dalla stessa Camera di Commercio. Per salvare l`attuale struttura dell`aeroporto e l`attuale pista, però, è indispensabile che il progetto della Ederle 2 venga fatto nuovamente traslocare. La collocazione a ovest della base Usa, infatti, pregiudica l`assetto della pista, che dovrebbe essere completamente demolita e ricostruita rototraslata. Senza contare che sul lato ovest di trovano la torre di controllo e alcuni hangar ritenuti strategici, oltre alla taxi-way, infrastruttura necessari per il funzionamento dello scalo. Martello conferma, inoltre, di aver dato mandato ai legali della società Aeroporti vicentini di costituirsi in giudizio davanti al Tar e al Consiglio di Stato, appoggiando la battaglia del Codacons, del Comune e dei comitati. “Da oggi – commenta il sindaco Achille Variati, soddisfatto per l`inedita alleanza trasversale – la nostra posizione sul progetto del nuovo insediamento militare americano al Dal Molin è più forte. La decisione della società Aeroporti Vicentini, che peraltro, vale la pena ricordarlo, è controllata a maggioranza assoluta non dal Comune ma dalla Camera di Commercio, rafforza una delle tesi sostenute da questa amministrazione. Accanto alla fondamentale preoccupazione per l`impatto ambientale e urbanistico della base, infatti, uno degli argomenti che motivano la nostra opposizione al progetto è quello legato alla stima dei danni gravissimi, probabilmente irreparabili, che l`aeroporto civile soffrirebbe se il progetto fin qui noto dovesse andare a realizzazione“. “E il futuro dell`aeroporto, l`ho detto molte volte, dipenderà dalla condivisione o meno da parte dei soci di un piano industriale di rilancio – prosegue Variati – ma non può e non deve essere determinato dalla costruzione di una base militare. Anche in questo caso, come si vede, l`ideologia non c`entra nulla: un importante settore dello sviluppo vicentino rischia di essere compromesso dalle scelte poco attente del governo. Questo dice la decisione di Aeroporti Vicentini di unirsi alla nostra battaglia: e questo, spero, saprà cogliere il Consiglio di Stato“.