CONTROLLI a tappeto dei carabinieri dei Nas continuano in tutta Italia, per verificare la provenienza del latte e dei formaggi nelle dispense dei ristoranti cinesi. Lo scandalo melamina, l’additivo chimico accusato di aver provocato una valanga di intossicazioni, ha spinto le autorità italiane a disporre un’indagine senza precedenti: centinaia i magazzini passati al setaccio. Oltre ai negozi etnici, i controlli si concentrano sui locali dove si servono specialità orientali. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha disposto una "iniziativa su larga scala" per accertare la qualità delle derrate. CAMPIONAMENTI vengono eseguiti in varie regioni anche sui derivati caseari, yogurt e prodotti da forno come biscotti al latte. Ha rilanciato l’allarme il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che parla di un "margine di rischio" per i ristoranti cinesi, subito spalleggiata dal ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, che ha sentenziato: "Non vado a mangiare al ristorante cinese". Aggiunge la Martini che questo rischio "esiste se i locali utilizzano prodotti provenienti dalla Cina, che potenzialmente potrebbero contenere dei derivati del latte anche nelle salse o nelle zuppe. E, comunque, io non ci sono mai andata a mangiare". La Martini annuncia anche per oggi la presentazione a Bruxelles di un pacchetto di azioni straordinarie adottate dall’Italia ? si parla di certificazioni aggiuntive e ispezioni rigorose ai container ? sottolineando che il nostro è il primo Paese ad adottare misure forti dopo lo scandalo cinese. Sulla base dell’allerta, ieri i nuclei antisofisticazione dell’Arma hanno effettuato sequestri cautelativi a Firenze, Prato, Bari, Ascoli Piceno e Roma in vari depositi alimentari. I NAS HANNO portato nei loro laboratori biscotti a base di uova di provenienza cinese, conserve di frutta, prodotti dolciari, carne suina, più di 3mila uova d’anatra e naturalmente confezioni di latte contenuto in lattine. "Se il sottosegretario ritiene che vi siano rischi per la salute connessi ai ristoranti cinesi ? affonda il presidente del Codacons, Carlo Rienzi ? allora deve prendere provvedimenti: mandare i Nas nei ristoranti cinesi di tutta Italia". Era stato Carlo Petrini, patron di Slowfood, parlando dei pericoli insiti negli alimenti contenenti latte cinese contaminato, a lanciare il sasso: "Nutro riserve sotto il profilo della sicurezza del cibo cinese, anche in Italia". LA TUTELA della salute coinvolge anche altri dicasteri. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha dichiarato che la sicurezza alimentare sarà una priorità del G8. E il ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia, spezza una lancia a favore del made in Italy: "I nostri connazionali possono mangiare dove vogliono ? dice Zaia ? io però sostengo che la ristorazione italiana è la migliore del mondo". Isabella Bertolini, del Pdl, ipotizza una "moratoria all’importazione di prodotti dalla Cina, se non rispettano le più elementari norme igieniche". Pd e Idv chiedono al Governo di riferire in Parlamento sulla vicenda. Intanto, però, le indagini proseguono e si allargano a integratori, bevande a base di cereali, soia e riso, dolci e cioccolata e a tutta la filiera distributiva. I prodotti sequestrati fino a oggi ? precisano però i Nas ? presentano irregolarità amministrative, ma "in attesa degli esiti finali delle analisi da parte dei laboratori accreditati" non sono state rilevate tracce di melamina.