MILANO – “La benzina a 1,47 euro al litro è troppo cara se rapportata al prezzo del petrolio, sceso sotto i 110 dollari al barile. Il governo deve intervenire per porre fine a questa asimmetria che danneggia sempre i consumatori“. Alcune associazioni (Codacons, Adusbef e Federconsumatori) scedono in campo per sollecitare un intervento di Palazzo Chigi. Ieri mattina a gettare il sasso nello stagno, per la verità , è stato il ministro della funzione pubblica, Brunetta. Ha sostenuto che i prezzi della materia prima e quelli finali dovrebbero muoversi di pari passo ed ha aggiunto che “qualsiasi giustificazione è un imbroglio“. Di seguito gli interventi delle varie associazioni. “Bisogna porre fine a questa vergognosa speculazione – si legge nella nota dell`Adusbef – perchè, come al solito, a farne le spese sono i cittadini che subiranno ricadute di 7 euro al mese, pari a 84 euro l`anno“. Per Federconsumatori, il sovraprezzo che gli automobilisti pagano è di 7-8 centesimi al litro, perchè a fronte della diminuzione del prezzo del petrolio sono possibili riduzioni. Duro l`intervento del Codacons che invita la Finanza a controllare i distributori “per multare e chiudere quelli che non espongono i prezzi e denunciare penalmente quelli che barano sul quantitativo di litri immessi nel serbatoio“. La Cna (Confederazione nazionale artigiani), invece, se la prende con “Mister prezzi“. “Da gennaio a luglio – dice – la benzina è aumentata dell`11,9% e il gasolio del 18,5% mentre il greggio è salito da 100 a 147 dollari al barile. Da luglio ad oggi, invece, il greggio è sceso a 104 dollari ma benzina e gasolio sono diminuiti soltanto del 4%“. Per questo, la Cna “denuncia l`assenza“ del Garante dei prezzi “che invece dovrebbe monitorare questi fenomeni“. Da queste accuse si difende l`Up (Unione petrolifera) per dire che “dai picchi di luglio ad oggi il prezzo dei carburanti alla pompa è sceso di circa 10-12 centesimi al litro. E poi offre un confronto con i prezzi internazionali della benzina “scesa di 1,7 centesimi al litro, così come in Italia mentre il gasolio è sceso di 3,7 centesimi e in Italia (al netto delle tasse) la riduzione è stata di 4,2 cents“. In serata ecco i dati dell`Osservatorio dei prezzi, diffusi dal ministro Scajola (Sviluppo economico). I conteggi tengono conto non solo del prezzo del greggio, ma anche del cambio dollaro-euro (la moneta americana è in forte recupero rispetto a quella europea). Fatti i calcoli oggi un barile di petrolio costa 73,7 euro mentre nel periodo dal 15 aprile al 2 maggio costava 69,4 euro. “Dunque il rincaro – spiega Scajola – è del 4,3%. E a fronte di queste cifre, i prezzi di benzina e gasolio sono, in sostanza, allineati a quelli di aprile-maggio“. Non mancano le polemiche politiche. Per il Pd interviene Sandra Zampa: “Chiediamo che l`Autorità per l`energia intervenga perchè il prezzo della benzina non resti uguale, o peggio continui a salire come ha fatto in questi giorni, arrivando quasi a 1,50 euro al litro“. “Il prezzo del petrolio è sceso – dice la deputata del Pd – e non vorremmo che, spenti i riflettori, i cittadini si ritrovino a pagare la tanto sbandierata Robin Tax, imposta dal governo ai petrolieri“. Sul prezzo del petrolio, ieri trattato in ribasso rispetto al giorno precedente, si concentrano le attenzioni degli analisti. “Se si mantiene sotto i 110 dollari al barile – dicono a Montepaschi – l`inflazione a settembre dovrebbe attestarsi al 3,9%, perchè dovrebbero scendere le benzine e i trasporti in generale“.