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Le associazioni dei consumatori: rinunciate agli acquisti. E per la benzina: evitate di fare il pieno

 Sciopero della pagnotta, oggi: giornata di lotta contro il carovita. Le associazioni Federconsumatori, Codacons, Adiconsum e Adoc lanciano l’appello ai cittadini della provincia di Salerno: non comprare i prodotti che hanno fatto registrare gli aumenti più consistenti, dal pane alla pasta fino alla benzina. Voci, queste, che pesano moltissimo sui bilanci familiari, in particolare nelle case dove entrano solitari uno stipendio o una pensione. I promotori invitano anche a risparmiare gas ed energia elettrica, servizi con tariffe ormai stellari. Chi poi volesse informarsi meglio sulla campagna potrà visitare il gazebo allestito a Salerno, in piazza Caduti di Brescia, dalle 11 alle 19. Nel corso delle otto ore, al presidio di piazza interverranno rappresentanti sindacali ed esponenti del movimento consumerista provinciale e regionale. «Siamo tutti testimoni di un flagello sociale – scrivono le quattro organizzazioni dei consumatori – che sta travolgendo pericolosamente le famiglie a medio e basso reddito della nostra provincia, costrette a vivere anche ben oltre la conosciuta e drammatica soglia della povertà». In effetti la mobilitazione odierna è nazionale, utile per presentare al governo e al parlamento alcune proposte contro il carovita, a partire da una «moratoria straordinaria di prezzi e tariffe fino al 30 giugno 2009», con una bolletta sociale elettrica estesa anche al gas. Soluzioni ormai indispensabili – spiegano gli ideatori della protesta – per affrontare l’emergenza lievitata con la corsa inarrestabile dei prezzi. Le associazioni portano dati inquietanti: pasta +26%, pane +16%, pollo e patate +40%, gasolio +20%, benzina +10%. Ricaduta totale sulle famiglie: 565 euro per il 2008. Le cause? «Speculazione finanziaria e caro-petrolio, unitamente a comportamenti irresponsabili di numerosi operatori commerciali». Altro aspetto doloroso: la scuola. In questo caso le associazioni chiedono «sanzioni contro chi non rispetta i tetti di spesa per i libri di testo; l’incentivo all’utilizzo dei libri in comodato d’uso e il mercato dell’usato». Se tale è il contesto nazionale, lo sciopero della pagnotta assume ragioni speciali nelle nostre terre, segnate da condizioni sociali ed economiche particolarmente drammatiche. Qualche esempio? Giuseppe Sorrentino (Federconsumatori) cita un paio di statistiche: «Nel 2006 gli accessi al credito sono aumentati del 40% nella nostra regione e nelle nostre città». Segno di impoverimento, almeno in parte. «Di conseguenza – continua Sorrentino – nel primo trimestre 2008 le vendite nella piccola distribuzione, soprattutto nei negozi, si sono ridotte del 5% e più. Ciò a fronte di un aumento leggerissimo, questione di decimali, degli acquisti nei supermercati e ipermercati». D’altro canto giusto martedì un’altra sigla, Altroconsumo, ha fatto notare che a Salerno neanche la grande distribuzione fa scendere l’impennata della spesa-tipo familiare. «La riduzione delle vendite – commenta l’esponente di Federconsumatori – è il sintomo più evidente che le cose stanno andando in maniera quasi incontrollabile». Gli organizzatori della giornata chiamano in causa anche le amministrazioni locali: «Almeno per i generi alimentari bisogna accorciare la filiera». Come? Favorendo i gruppi di acquisto e il rapporto diretto produttore-acquirente nei mercatini rionali (Coldiretti e Comune di Salerno hanno programmato per fine settembre un esperimento di questo genere al quartiere Italia). Comunque l’orizzonte non appare sereno. Proprio per niente: «Durante l’anno prossimo – prevede Sorrentino – tutti gli enti locali aumenteranno le tariffe per la mobilità e i servizi di prossimità, se non saremo riusciti a intervenire prima». Vediamo allora che cosa succederà oggi con lo sciopero della pagnotta.
 

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