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Le authority indagano sul caro-tariffe degli sms

Sms e Mms: gli italiani li pagano troppo? Lo stabiliranno Agcom e Antitrust, le autorità di controllo delle Comunicazioni e della Concorrenza, che ieri hanno rivelato l`avvio di un`indagine conoscitiva sulle compagnie italiane di telefonia mobile. L`obiettivo è raccogliere tutta la documentazione possibile per verificare che sui prezzi di sms (short message service), mms (multimedia messaging service) e servizi Internet via cellulare, nonché sulle modalità con cui i gestori presentano al pubblico le offerte, vi siano trasparenza e condizioni sufficienti di concorrenza. Non è questione di poco conto, visto che a quanto pare gli italiani sono grandi appassionati del “messaggino“, scritto o multimediale che sia (l`anno scorso sono stati inviati oltre 28 miliardi di sms), e alimentano una grossa fetta di mercato: circa 4 miliardi di euro i ricavi complessivi del solo 2007. Ora il punto è questo: se da una parte ci sono studi come quello dell`Autorità francese per le Tlc che mostrano come in Italia il prezzo degli sms si aggiri attorno ai 12 centesimi mentre nel resto d`Europa la media sia di 7 cent (qualche esempio: 3 cent in Danimarca, 5 in Germania, 10 in Spagna), dall`altra i gestori italiani ricordano che però all`estero è molto più elevata la percentuale di contratti con un canone fisso che nasconderebbe molti dei costi industriali sostenuti, abbassando il prezzo unitario degli sms: in Italia, infatti, la maggioranza delle sim in circolazione sono prepagate (89,2 per cento dei casi), mentre in Francia è solo il 36,2%, in Germania in il 53,7%, in Inghilterra il 63,9. Quella di indagare su sms, mms e servizi dati in mobilità è una decisione che i due garanti avevano preso “da tempo“, come ha precisato ieri lo stesso presidente dell`Antitrust, Antonio Catricalà . I suoi tecnici lavoreranno “congiuntamente“ con quelli dell`autorità presieduta da Corrado Calabrò ed esamineranno “condizioni di offerta, trasparenza e dinamiche concorrenziali“, tenendo conto della peculiarità italiana, ossia della “presenza di numerosi pacchetti di offerta per diversi profili di utenza, all`interno dei quali il costo medio del singolo servizio può variare fortemente“. Proprio su questi “pacchetti“ si concentra la difesa dei gestori: da Wind (“Abbiamo il “noiwindsms“ a 2 euro al mese per 4 mila sms verso wind, o “wind6sms“, a 3 euro al mese per pagare tutti gli sms 6 cent“, ricorda Maximo Ibarra, Responsabile Marketing Mobile), a 3 Italia (“Super 7 permette di inviare gli sms a 7 cent“), mentre Tim (“Con Tim Tribu gli sms interni alla Tribu costano 1 centesimo“) e Vodafone (“Da noi il prezzo per sms è inferiore ai 5 cent“), ricordano una delibera Agcom da cui “emerge che il prezzo di un messaggio in Italia è inferiore agli 8 cent“. Ma per le associazioni dei consumatori quello italiano resta “un paradosso“: Carlo Pileri (Adoc) ricorda che l` Italia “nonostante un calo dell`inflazione del 3,2%, continua ad avere gli sms più cari d`Europa“. Parla addirittura di una “maxi class action“ Carlo Rienzi del Codacons: “Se emergeranno violazioni o comportamenti scorretti da parte delle compagnie telefoniche le richieste risarcitorie sarebbero miliardarie“.

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