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Le famiglie rinunciano a pane, pasta, benzina e auto

ROMA Ormai la crisi è “strutturale e profonda“. E` l`allarme lanciato ieri da Confcommercio nel diffondere i dati dei consumi di maggio, che risultano essere in caduta libera. La gente non ha soldi, dunque non spende più: -2,7% il dato complessivo delle vendite del mese di maggio rispetto allo stesso periodo del 2007. Sono soprattutto i beni e i servizi considerati superflui a essere più penalizzati nelle scelte delle famiglie. A influire molto sul dato negativo è un -13,5% nel settore trasporti e mobilità, che comprende auto, moto, ma anche biglietti aerei e carburanti. In particolare gli italiani rinunciano ad acquistare una nuova auto (qui il calo è di oltre il 20%) una moto (-13%), ma anche a usare quella che hanno, visto che anche i carburanti fanno segnare un -1%. Una crisi dovuta alla continua ascesa del prezzo del petrolio che ha portato i costi di benzina e soprattutto gasolio alla pompa a impennarsi negli ultimi mesi. Un dato forse ancora più preoccupante arriva dal settore alimentare: gli italiani sembrano rinunciare addirittura al pane (-5,5%). Il crollo nei consumi di questo e di altri alimenti legati ai cereali ha portato il settore a un calo complessivo in maggio del 3,3%. Quasi tutti i prodotti alimentari presentano riduzioni record: ortaggi (-5,5%), frutta (-1,8%), carne bovina (-3,4%), segnala la Coldiretti. Non è un caso che se i cittadini potessero disporre di 100 euro, il 20% lo destinerebbero al cibo, il 17% all`acquisto di vestiti, il 14,5% a cene al ristorante, il 13,5% a libri, dischi e riviste. Sembra che nei sogni nel cassetto degli italiani ci siano pagnotte, tagliolini e bistecche, ma non il latte, unico alimento insieme ad alcuni formaggi, a registrare +1,6%, pari a +5% in quantità. Cinema, eventi sportivi, libri e cd hanno cali intorno al 5%. E anche un settore sempre in attivo come quello delle telecomunicazioni e in particolare della telefonia mobile fa segnare un vistoso rallentamento rispetto ai mesi precedenti, attestandosi su un +6,9%. Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha auspicato misure nella direzione del “ridurre la spesa pubblica, ridurre le tasse“. Apprensione è stata espressa anche da Confindustria: il presidente degli imprenditori Emma Marcegaglia ha definito il -2,7% di maggio “un dato molto preoccupante“. Marcegaglia auspica però che non si tratti di crisi strutturale: “Mi auguro di no, anche se è evidente che siamo di fronte a un calo continuato. Sono convinta che se si torna alla crescita ci potrebbe essere una ripresa dei consumi“. Dal canto loro i consumatori commentano con amarezza: “I cittadini non hanno più soldi da spendere“, sottolinea il Codacons, che propone una “liberalizzazione dei saldi“ e invita i commercianti a fare “sconti effettivi“. Al Codacons fa eco Adusbef: “Situazione drammatica. Occorre incrementare di almeno 1.200 euro l`anno il potere d`acquisto delle famiglie a reddito fisso“. La crisi economica e l`aumento del costo del denaro riaccende anche la questione mutui. Per ridurre il peso di quelli a tasso variabile l`associazione Adiconsum propone di collegare il valore del tasso alle percentuali della Bce (4,25%), non alla media Euribor (5,41%). In questo modo le famiglie italiane risparmierebbero 95 euro al mese per un mutuo di 100mila euro in 25 anni: la rata si ridurrebbe a 707 euro rispetto agli 802 euro pagati con l`Euribor

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