Il progetto "La regione Lazio per il cittadino consumatore" è in fase di attuazione e avrà anche bisogno di risorse integrative. Ma non possono essere quelle che derivano dalle sanzioni irrogate dal garante antitrust. Queste, infatti, secondo il Codacons, devono essere destinate ad iniziative a vantaggio dei consumatori ma su progetti realizzati dalle associazioni. Non è stato di questo avviso il Tar del Lazio che, con la sentenza n. 8356 del 17 settembre, ha respinto il ricorso del Codacons contro i provvedimenti del Ministero dello sviluppo economico e della regione Lazio. Il Mse aveva disposto il riparto delle risorse escludendo l’apporto delle associazioni, mentre la regione Lazio aveva deciso di gestire in proprio parte delle risorse ricevute, affidandone l’utilizzo a una società controllata per completare la realizzazione del portale del consumatore, l’osservatorio del consumo digitale, il contact center consumatori. Pomo della discordia due decreti statali, dei quali il primo ha previsto che 14 milioni di euro siano assegnati alle regioni e province autonome per la realizzazione di interventi mirati all’informazione a favore dei consumatori, anche in collaborazione con le associazioni dei consumatori e un successivo decreto che, invece, ne limitava l’apporto. "Finora tali interventi sono sempre stati realizzati tramite le associazioni dei consumatori, afferma Codacons, ciò anche in considerazione del fatto che la realizzazione degli interventi deve essere improntata a criteri di indipendenza, imparzialità ed efficienza, tanto più ove vengano in rilievo problematiche afferenti ai servizi pubblici che, in quanto tali, coinvolgono società pubbliche". è evidente, quindi, secondo l’associazione, "il paradosso di un provvedimento che chiede all’erogatore del servizio pubblico di tutelare l’utente contro l’attività che egli stesso ha posto in essere, così confondendo la figura del controllato e del controllore". Ma secondo il Tar, non si può ignorare che l’art. 101 del dlgs n. 206/05 prevede espressamente che stato e regioni "garantiscono i diritti degli utenti dei servizi pubblici attraverso la concreta e corretta attuazione dei principi e dei criteri previsti dalla normativa vigente", con ciò legittimando il riparto delle risorse anche alle regioni.