Site icon Codacons Lombardia

L`inflazione vola al 4,1 per cento

Il carovita ritorna ai tempi della lira. L`inflazione a luglio ha raggiunto quota 4,1%, come non succedeva dal 1996 e mai raggiunta dall`adozione dell`euro. La stima provvisoria dell`Istat dice che l`aumento del livello generale dei prezzi è dello 0,5% rispetto a giugno ed è in linea con il +4,1% in un anno registrato anche nel resto d`Europa. Si tratta di un`ulteriore brutta notizia visto che finora il carovita da noi era stato leggermente al di sotto che nel resto di Eurolandia. Oltre ai soliti alimentari ed energetici da segnalare gli aumenti dei tabacchi e dei servizi collegati al periodo estivo: pane e cereali sono cresciuti del 12,1%, con un +13% per il pane ed un +25% per la pasta. Il diesel è balzato del 31,4%, mentre per i servizi balneari la crescita dei prezzi è arrivata all`8%, per i camping al 4% e per i pacchetti vacanza al 5%. Per ombrelloni, sdraio e lettini rialzo dell`8%, il doppio dell`inflazione. I trasporti aerei salgono dell`11,7% e quelli marittimi dell`8%. Non va meglio per chi sceglie di rimanere a casa e consolarsi con la televisione, perché gli abbonamenti alle pay-tv sono aumentati del 5,1%. L`inflazione di fondo, al netto cioè di energia e alimentari non lavorati, è ferma al 2,8%. L`Isae stima un ulteriore, anche se contenuto, aumento, con primi segnali di distensione solo in autunno. Se così fosse si arriverebbe ad un tasso di inflazione in media d`anno al 3,6%, Confcommercio invece arriva a stimare il 4% di media annua che significherebbe tassi superiori al record di luglio fino alla fine dell`anno. Secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola “occorre agire con misure congiunturali e strutturali di lungo periodo e verificare che i prezzi non aumentino più del dovuto nelle fasi di crescita delle materie prime e calino tempestivamente nelle fasi di riduzioni delle quotazioni delle materie prime“. Pronta ad intervenire l`Antitrust: dopo aver chiuso a giugno l`istruttoria sul pane e avviato quella sulla pasta, l`autorità “sta esaminando le condotte di prezzo in altri comparti del settore agroalimentare, in particolare il latte“, come dichiarato dal presidente Antonio Catricalà. Aumenti che rischiano di mettere in ginocchio le famiglie italiane, per le quali si profila “un`ulteriore stangata da 1.700 euro“ per il Codacons e da 1.800 euro per Adusbef e Federconsumatori. Secondo i consumatori, il Governo “non può stare con le mani in mano“ e deve “salvare migliaia di famiglie dal rischio bancarotta“. Per l`Adoc “una famiglia su quattro versa in grave crisi economica“, visto che la crescita dei salari non è assolutamente in grado di compensare quella dell`inflazione. Proprio il recupero del potere d`acquisto è stato il principale scoglio nella trattattiva tra Confindustria e sindacati sulla riforma del modello contrattuale. La trattativa ieri, nell`ultimo incontro prima della pausa estiva, si è incagliata sulla definizione di un nuovo indice d`inflazione su base triennale più realistico di quello dell`inflazione programmata utilizzato ora e stabilito dal governo. Nonostante il lavoro tecnico fatto nelle scorse settimane le distanze tra imprenditori e sigle sindacali rimangono ampie. Confindustria vuole che si riconosca che la parte “importata“ dell`inflazione (ad esempio dall`aumento del prezzo delle materie prime) non sia riconosciuta automaticamente negli aumenti salariali. Nella notte la discussione si è spostata tra le sigle confederali, per Cisl e Uil la priorità è fare un passo avanti verso la riforma, più fredda la Cgil.

Exit mobile version